giovedì 4 settembre 2008

Brunello Cucinelli e il teatro di Solomeo

Cinquantacinque anni compiuti ieri e festeggiati con l'apertura di un teatro come dono per se stesso e per la città di Solomeo.
Brunello Cucinelli, fulgido esempio di imprenditore illuminato italiano, si è celebrato il compleanno in modo davvero straordinario: indossando i panni di Alessandro Magno e presentadosi concretamente come modello di mecenate del Terzo Millennio un po' per sfizio, un po' per "mission".
Ieri, dunque, dopo sette anni impiegati nella costruzione della struttura di quello che sta diventando "Il foro delle arti" e dopo quaranta giorni intensamente vissuti nell'allestimento del progetto artistico firmato dai maestri Luca Ronconi, Ludovico Einaudi e Cesare Mazzonis, si è arrivati a un primo traguardo: il teatro Cucinelli ha alzato il sipario e "Nel bosco degli spiriti" ha debuttato in prima nazionale (in replica fino al 7 settembre).
Il momento rappresentativo è arrivato alla fine di una giornata iniziata all'alba a Solomeo e dove, a metà pomeriggio, la chiesa parrocchiale, gelosamente custodita da don Sandro, si è riempita di musicisti, attori, giornalisti, imprenditori e gente del luogo per assistere alla presentazione ufficiale di un sogno diventato da ieri quanto mai reale.
E a dispetto di chi immediatamente vuol fare i conti e definire obiettivi secondo le logiche del mercato, Brunello Cucinelli, nel giorno del suo compleanno, va avanti e lascia in sospeso addizioni e sottrazioni per non staccarsi troppo dal suo sogno, ormai collettivo, benché ci tenga a ribadire le sue origini e il suo status attuale di produttore di manufatti in cachemire:
"Il maglione è ciò che conta - conferma Cucinelli - ed è quanto serve a realizzare il sogno."
Il Foro delle arti, oltre al teatro Cucinelli, prevede nel Borgo di Solomeo anche un Ippodromo di 500 posti, un Ginnasio e l'Accademia dei Solomei.
"L'insieme di queste opere - chiarisce Cucinelli - si sviluppa secondo un percorso che è lo specchio terreno di un corrispondente metafisico, destinato a celebrare i valori non materiali dell'Uomo."
Ed è, forse, per questo che Cucinelli siede davanti all'altare e con lui, il regista Luca Ronconi, il musicista Ludovico Einaudi e l'autore Cesare Mazzonis, a loro spetta il compito nel Giorno di Solomeo di entrare nel merito del progetto artistico che ha aperto il teatro e animato quei 230 posti costruiti su 38 metri di lunghezza, 13 di larghezza e 10 di altezza a modello dei teatri di Sabbioneta, testimonianze di quell'Umanesimo italiano ed europeo tanto ricercato da Cucinelli.
La scelta de "Nel bosco degli spiriti", testo nato drammaturgicamente dalla commistione di due brevi romanzi dello scrittore Amos Tutuola, è da attribuire all'ascolto attento del genius loci - racconta Luca Ronconi - e dalla volontà di assecondare le caratteristiche di un luogo "nuovo" che incuriosisce, come incuriosiscono le pieghe della scrittura di un autore nigeriano che usa l'inglese per esprimersi e trattare una materia letteraria che ha i contorni della favola, la sintesi della cronaca, l'ancestralità del mito e la tribalità degli usi antichi.
Sulla scena, secondo un progetto seguito da Ludovico Einaudi, c'è anche un gruppo misto di musicisti, alcuni africani, altri occidentali, che suona strumenti antichi, alcuni addirittura inventati utilizzando barili, pezzi di bicicletta, ventilatori, conchiglie e molto altro ancora.
"Una tavolozza di colori e creatività musicale - chiarisce Einaudi - per esprimere in note le suggestioni dell'intricata foresta di Tutuola, popolata da creature terribili."
"É un itinerario iniziatico - aggiunge Cesare Mazzonis - dove l'elemento ancestrale si combina con l'assurdo e il curioso, raggiungendo una unità drammaturgica frutto del lavoro fatto a sei mani con Ronconi ed Einaudi."
Agli spettatori invece va l'invito a considerare con leggerezza e distacco anche le cose più negative:
"Nel Bosco degli spiriti offre proprio come saper dosare ironia e levità."
É il suggerimento del Maestro Ronconi. Ma Cucinelli, l'imprenditore mecenate, sembra conoscerlo già.

Sabrina Busiri Vici dal Corriere dell'Umbria

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