mercoledì 4 febbraio 2009

Ancora problemi per le Comunità Montane in Umbria

Non c'è pace per le Comunità montane dell'Umbria. La riforma regionale, che le ha ridotte da nove a cinque, non è servita ad abbatterne le spese e a migliorarne l'efficienza.
Questo almeno è quanto sostenuto da Franco Zaffini, Alfredo De Sio, Fiammetta Modena e Massimo Mantovani ieri mattina alla sala Partecipazione di palazzo Cesaroni.
Ad affiancare gli esponenti del Pdl in consiglio regionale, il sindaco di Todi Antonino Ruggiano che, di fatto, dallo scorso 23 dicembre assessore alla nuova Comunità montana Orvietano-Narnese-Amerino-Tuderte.
Una nomina, la sua, conseguenza di quella che è stata defintica una "soluzione istituzionale". Già, perché la suddetta comunità manca ancora di un presidente e di una giunta.
"Colpa - ha affermato Ruggiano - delle bagarre politica tra partiti e partitini del centro sinistra e delle lotte politiche interne al Pd, che non hanno permesso, a quaranta giorni dall'insediamento del consiglio, di dare una struttura certa all'ente."
Che, di conseguenza, è ancora non operativo. Tant'è che i dipendenti, circa duecento, sono andati in ferie obbligatorie a fine dicembre e per tutto il mese di gennaio.
Allo stato attuale, come sottolineato da Ruggiano, mancano sedi, programmi, responsabili, addirittura non è stato redatto il bilancio preventivo 2009.
"Non è possibile - ha denunciato il sindaco di Todi - che un simile organo, il più grande della regione con i suoi trenta comuni, rimanga inoperoso per colpa di un partito."
La volontà iniziale, attaccano quelli del Pdl, è chiara: trascinare la situazione così com'è fino a dopo le amministrative.
"La Comunità montana - ha dichiarato Ruggiano - è vista come un baraccone per sistemare ex assessori, ex sindaci o qualcuno che deve prendere uno stipendio.
Ma voglio cambiare le cose, traghettando l'ente fuori dall'attuale impasse e sottraendolo alle strumentalizzazioni."
Un obiettivo non facile, anche a causa dell'eredità lasciata dalla precedente Comunità monte Peglia e Selva di Meana.
Un esempio indicativo: per statuto, l'ente doveva distribuire il legname raccolto nella zona di competenza alle famiglie più bisognose, individuate secondo un'apposita graduatoria.
Questo sulla carta. In pratica le cose andavano diversamente. Molto. La legna, infatti, veniva ordinata dalla Romania, trasportata in Umbria e poi devoluta. Un assurdo in piena regola.
"Eppure - ha concluso Ruggiano - ho trovato le bolle degli ordini che lo testimoniano."
Duri, naturalmente, i commenti dei presenti. Alfredo De Sio ha fatto riferimento alla
"responsabilità diretta del Pd, che di fatto è la guida politica delle comunità montane"
, mentre Fiammetta Modena ha rivendicato
"le critiche che erano state rivolte dall'opposizione al testo poi passato in Giunta."
Franco Zaffini, evidenziando le responsabilità della Regione, ha auspicato che
"i cittadini si rendano conto che è arrivata l'ora di cambiare"
, infine Massimo Mantovani ha ribadito come
"nelle comunità continuino ad esserci più impiegati che operai"
Daniele Brizi
Corriere dell'Umbria Mercoledì 4 Febbraio 2009

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