domenica 15 marzo 2009

Dalla mostra Over Design Over. Materia, tempo e natura nel design contemporaneo

Il tempo si può leggere non solo con l'orologio, ma con il consumarsi di una serie di candele poste in sequenza, diagonalmente, come propone Sovrappensiero (Lorenzo De Rosa ed Ernesto Iadevaia).
Anche sorbire un numero sempre più elevato di tazze di tè in quelle di Bethan Laura Wood, talento emergente di Brighton, con speciali decorazioni che, seppure lavate, si scuriscono progressivamente segna il tempo.
Ancora sul tempo si sofferma "About Time", opera di di Sander Mulder, olandese, che lo misura rotolando sulla scrivania, portata ad esempio da Andrea Margaritelli, uno dei curatori.
Sono solo tre esempi del design più avanzato a livello internazionale, un design che modifica l'uso tradizionale della materia e della natura nella quotidianità, così come, appunto, la cognizione del tempo.
Anche Beatrice nel suo testo si sofferma sul concetto di tempo in arte affermando che
"il tempo concettualizza l'opera d'arte perché le offre l'inafferrabile restando sospeso ai margini dell'incertezza."
In buona sostanza, il design oggi non è solo progettazione, ma creatività e invenzione.
Questi i presupposti di
"Over Design Over. Materia, tempo e natura nel design contemporaneo"
che si è aperta ieri sera alla Rocca Paolina, per rimanere aperta fino al 13 aprile.
Curata da Marco Rainò e Andrea Margaritelli, la mostra conclude il ciclo "Infinita città" che dall'anno passato si è sviluppato felicemente in mostre ed altre iniziative curate da Luca Beatrice, al quale Perugia ha portato bene essendo stato nominato nel frattempo direttore del Padiglione Italia della Biennale di Venezia.
Una mostra, questa alla Rocca Paolina, di elevata qualità che suggella un impegno obiettivamente non effimero dell'assessorato alle Politiche culturali del comune di Perugia, affiancato nel tema della città anche da quello all'Urbanistica, che ha trovato la collaborazione della Regione, della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, della Fondazione Guglielmo Giordano, della Fondazione Enzo Hruby e il patrocinio del Ministero per i beni culturali, della Camera di commercio e di altre associazioni.
Importante il catalogo bilingue italiano/inglese (Silvana Editoriale) con testi dei curatori e di Andrea Branzi, Michele De Lucchi, Enzo Mari e contributi di Luca Beatrice, Cristina Morozzi e Cristiano Seganfredo con ampie schede di ogni autore.
La piena soddisfazione dell'amministrazione comunale è stata manifestata alla presentazione dagli assessori Andrea Cernicchi e Wladimiro Boccali.
Tre sono le sezione nelle quali si articola l'evento: materia, tempo e natura, appunto, spalmato sui 600 metri quadrati della sempre suggestiva Rocca Paolina, per l'occasione occupata da padiglioni eburnei, spesso costruiti intorno agli oggetti, e di una speciale illuminazione talvolta policroma, senza dimenticare i video e le installazioni scenografiche e multimediali.
Un grande allestimento per ospitare 44 operatori, capeggiati dalle tre "teste di serie" rappresentati dai più qualificati designer italiani oggi sulla piazza: Michele De Lucchi (materia), il mitico Enzo Mari (il tempo) e Andrea Branzi (Natura).
Rainò spiega nel suo testo il significato del titolo "Over Design Over", come
" due parole gemelle equidistanti da una terza centrale"
, un equilibrio fra quello che esprime oggi il design e quello che ancora può esprimere.
Accanto ai tre grandi maestri citati, infatti, i curatori hanno voluto tutti giovanissimi, se è vero che la media dell'età degli invitati è ben al di sotto dei trenta anni.
Dicevo dell'invenzione e non del semplice progetto, come nella re-invenzione di oggetti con carta riciclata o legno o eternit (quello non tossico delle lampade di Michel Charlot, francese), fino agli stomaci degli animali che negli oggetti di Julia Lohmann , londinese, diventano lampade, belle fino a quando non si scopre di che sono fatte.
La materia è anche quella di "The paper vase", vasi di carta tornita di Tomas Gabzdil Libertiny, slovacco, che compatta veramente la carta al punto tale da tornirla in forme di eleganti, tradizionali vasi.
C'è persino una sedia -di Andrea Marango- che non ha seduta: una contraddizione in termini che dà però l'idea di base della mostra: fra equilibrio e disequilibrio del nuovo potenziale.

Massimo Duranti
Corriere dell'Umbria Domenica 15 Marzo 2009

Nessun commento:

Posta un commento