mercoledì 25 marzo 2009

Intervista a Neri Marcorè e Luca Barbarossa: attenti a quei due

Nel film "i ragazzi irresistibili" (1972) Walter Matthau e George Burns sono due comici del vaudeville che per 43 anni lavorano insieme sul palco finendo per odiarsi ed insultarsi ad ogni occasione.
Sarà per questo che Luca Barbarossa e Neri Marcoré hanno deciso di non concedere più di due settimane al loro spassosissimo spettacolo "Attenti a quei due" che ha debuttato pochi giorni fa ad Orvieto e dopo un sold out all'Ambra Jovinelli di Roma è andato in scena ieri sera, anche in questo caso tutto esaurito, al Morlacchi di Perugia nell'ambito della Stagione d'Autore? Il cantattore e il menestrello romano, durante l'esilarante incontro con gli studenti, condotto da Riccardo Regi nel foyer del Morlacchi prima dello spettacolo, sbarazzano subito il campo da possibili illazioni:
"Io ho tante altre cose da fare.
Vorrei stare un po' con la famiglia. Sono soprattutto impegnato nella ristrutturazione di casa per aumentare la volumetria"
dice Neri. E Luca di contro:
"Ha sfruttato subito il nuovo decreto. Pensate che prima eravamo uguali adesso è diventato più alto di me del 20 per cento."
Dal loro batti e ribatti, divertente e incalzante, non è difficile capire cosa li unisca: una amicizia quasi ventennale e la voglia di prendere il meglio della vita, senza farsi condizionare da steccati o paraocchi.
Due antidivi per eccellenza.
"Nel 1990 Neri fece la mia imitazione"
racconta Barbarossa "Cantava "Roma spogliata
" facendo il verso della mia voce nasale.
Io non mi sono arrabbiato, come invece ha fatto Ligabue, perché lui ha garbo, è misurato. In seguito ci siamo conosciuti e ci siamo accorti che avevamo una lunga serie di affinità: le stesse idee politiche, un'attenzione sincera per i temi sociali e la solidarietà ci piace il calcio, e infatti sono riuscito a farlo entrare nella Nazionale Cantanti nonostante sia un attore, però con lo spettacolo su Gaber ha dimostrato di avere una gran bella voce."
"Attenti a quei due", un titolo scelto a caso tra le proposte di Fausto, il loro agente, è uno spettacolo che, a loro dire, 24 ore prima non esisteva
"anche perché Marcoré non veniva mai alle prove."
Nasce da una serie di gag e di siparietti estemporanei fatti dai due in svariate occasioni.
"Non abbiamo fatto altre che prenderle e strutturarle, rimanendo però liberi di improvvisare. Neri, credetemi, fa venire giù il teatro dalle risate, a volte io stesso faccio fatica a cantare, perché nonostante le mie canzoni siano serie, le canto ridendo."
E l'altro
"Luca è molto autoironico. Non solo mi permette anche di cantare e suonare ma accetta persino che gli rovino una delle sue canzoni più belle.
Secondo me il titolo andrebbe cambiato in "Attenti a noi due" nel senso che per tenere il passo dobbiamo stare molto attenti a quello che fa l'altro, in ogni serata c'è una raffica di battute non previsto.
Ma è così che ci divertiamo."
Ed il divertimento è anche l'ingrediente principale dell'incontro perugino. Battute e risate, voglia di rilassarsi in un momento di problemi e di crisi. Solo su un argomento Marcoré ha smesso di scherzare, quando Maurizio Oliviero dell'Adisu gli ha ricordato le dichiarazioni fatte all'atto della costituente del Pd.
"Voglio rispondere una volta per tutte a questa domanda che in realtà mi fa incazzare. Io non sono uno come Capezzone che zompa di qua e di là. Il progetto non è andato come doveva andare. Punto. Avevo dato il mio impegno e il mio appoggio, insomma ci avevo messo la faccia, però il mio lavoro è veramente un altro.
Non è andata, pazienza. Io appoggio chi mi piace di volta in volta. Ora mi piacciono delle persone che fanno parte di una lista civica di Ascoli Piceno, la mia città. Appoggerò loro."
E Barbarossa per sdrammatizzare:
"Le prossime votazioni si faranno per la repubblica o la monarchia.
Speriamo di vincere"
Anna Lia Sabelli Fioretti
Corriere dell'Umbria Mercoledì 25 Marzo 2009

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