domenica 5 aprile 2009

All'asta il Motociclista di Dottori

Un'opera d'arte è tale quando crea emozione in chi la guarda. Un sentimento attenuato dalla consuetudine quarantennale con le opere di un artista. Ma non è sempre così!. Il vostro cronista di cose dell'arte, che i dipinti del futurista Dottori è aduso a guardarli, rimanendo certo quasi sempre compiaciuto dei suoi dinamismi delle macchine e della natura, delle visioni dall'alto delle dolci colline, dei verdi collinari e degli azzurri dei laghi, si è acutamente emozionato alla vista di un'opera fondamentale nell'itinerario estetico del pittore perugino conosciuta soltanto attraverso un'immagine sbiadita.
Quando sono stato chiamato da Cristina Corsini, direttrice della casa d'aste Finarte di Roma per vedere un dipinto a olio su tela di Dottori raffigurante un "motociclista", mi sono dinamicamente precipitato nella capitale, rischiando i pochi punti rimasti nella patente, sperando che fosse proprio quel quadro da anni inseguito.
Sentimento non andato deluso: era proprio l'olio su tela, dedicato sul fronte a F.t. Marinetti, dipinto intorno al 1914, ma forse anche uno o due anni prima, visti i bei bozzetti a matita e idromatita del periodo, che l'allora esordiente futurista perugino regalò al poeta.
Un dipinto importante, in grado di dimostrare come Dottori fosse autorevolmente futurista già nel primo lustro degli anni Dieci e così in confidenza con Marinetti da regalargli il suo miglior quadro futurista, per di più già con la sua specificità di umbro.
Infatti quel "Motociclista" è diverso da quelli degli altri futuristi, perché non è solo meccanico, ma è ambientato nella natura, dunque c'è, insieme, il dinamismo della macchina e quello della natura, come nel suo capolavoro "Trittico della velocità" del 1925-27.
Un motociclista caratterizzato da un accentuato materismo e da una tavolozza estremamente vivace; materia e colore come in "Esplosione di rosso sul verde" del 1913 e "Primavera" del 1912.
Fantastico il coinvolgimento della velocità meccanica e del corpo proteso nella penetrazione del paesaggio con le linee di un ambiente ricco di verdi, gialli e azzurri.
Insomma, un quadro bellissimo del cosiddetto "primo futurismo" che fu esposto nel 1920 a Perugia e Roma (da Bragaglia) che finì presto nella collezione di un personaggio brillante romano amico di Marinetti e Bragaglia, ma anche di D'Annunzio, ufficiale pilota della Seconda guerra mondiale.
La tela dopo il 1923 scomparve, seppure fu spesso riprodotto, rimanendo celato nell'abitazione del personaggio e poi dei suoi eredi.
Ora è in asta da Finarte dove verrà battuto il giovedì 23 aprile alle ore 17, ma dal 18 al 22 sarà in mostra e il sottoscritto avrà l'onore di presentarlo - insieme a un gruppo di altre opere futuriste, compreso un inedito di grande qualità di Alessandro Bruschetti, l'altro grande futurista umbro (stima 20.000 euro)-, sabato 18 aprile dalle ore 16 in poi nella sede della casa d'asta in via Margutta.
La stima è alta, ma non troppo (80-100.000 euro), vista l'eccezionalità dell'opera e potrebbe ampiamente superarla (il record di Dottori è di 120.500 euro a un'asta di Cristhe's di Milano), ma siamo in tempi di crisi.
C'è da augurarsi - e in questo senso lancio un appello - che istituzioni pubbliche e fondazioni private umbre possano assicurarsi questa opera così che torni in Umbria nel cui ambiente venne concepita e realizzata
Massimo Duranti
Corriere dell'Umbria Sabato 4 Aprile 2009

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