lunedì 28 dicembre 2009

Il pellicano combatte l'anoressia e la bulimia

Invece di prendere pillole vanno a fare la spesa al mercato. Niente flebo né iniezioni, molto meglio inventarsi una nuova ricetta e cucinarla insieme. Al posto della seduta psichiatrica una bella lezione di taglio e di cucito o qualche ora passata ad imparare il tango. All'Associazione onlus "Il pellicano" dal 1997 si cerca, ottenendo ottimi risultati, di combattere i disturbi del comportamento alimentare, anoressia e bulimia (in convenzione con l' Asl n.2 e con la Azienda ospedaliera di Perugia e la facoltà di Medicina dell'Università) con metodi che vanno a scavare nel profondo della malattia, in cerca di quel piccolo ma importante passepartout per accedere al cuore del problema di ogni singola paziente (nell'anoressia la percentuale femminile è altissima). Lo si fa partendo da un presupposto fondamentale: a far parte dell'associazione sono i malati stessi in un tutt'uno con i loro familiari, con ex malati ormai guariti ma con una gran voglia di aiutare gli altri, con amici e sostenitori. Tutti insieme si incontrano in un appartamento ai Tre Archi, una sorta di famiglia allargata dove regna armonia, serenità e comunanza con lo scopo primario di riportare alla vita le persone affette da questa oscura malattia della mente, di cui si conosce poco ma se ne parla troppo e spesso a sproposito. Una malattia mortale che balza ogni tanto agli onori della cronaca quando uccide modelle o mannequin famose ossessionate dalla voglia di magrezza. Il loro, purtroppo, è un modello estetico che ben si coniuga con la tendenza al rifiuto del proprio corpo di molte ragazze di oggi, come risposta alle loro frustrazioni di carattere affettivo. Recentemente l'Umbria è diventata capofila del progetto di intervento preventivo e assistenziale per fronteggiare l'emergenza sociale dei disturbi del comportamento alimentare. Il progetto, partito in aprile, ha una durata biennale ed è stato finanziato con un milione di euro. L'obiettivo è favorire un cambiamento dello stile di vita dei soggetti malati con iniziative di informazione e comunicazione rivolte soprattutto ai giovani. L'Umbria è stata la prima regione italiana ad aver realizzato, nell'ambito del servizio pubblico, il modello integrato tra quattro livelli di intervento: ambulatorio , day hospital, ricovero ospedaliero e trattamento riabilitativo in strutture private che nella regione sono sostanzialmente tre: una a Todi, l'altra a Città della Pieve e la terza, appunto, "Il pellicano" a Perugia, l'unica in Italia a essere composta solo da pazienti che hanno acquisito coscienza del proprio male e si sono responsabilizzati al punto da arrivare ad attivare l'auto-mutuo-aiuto per la propria riabilitazione. La nascita de "Il pellicano" risale a 12 anni fa, grazie alla spinta determinante della dottoressa Assunta Pierotti.
"Da subito - racconta la presidente Marta Picchio, ricercatrice universitaria - ci siamo trovate a operare in un ambiente scarsamente informato per cui era urgente far conoscere a più persone possibile il problema. Da allora, grazie ai volontari e alle tante iniziative messe in campo, molte cose sono cambiate."
L'avvio è stato comunque molto difficoltoso. A partire proprio da un acceso dibattito all'interno dei servizi psichiatrici sul modello di intervento che alcuni ritenevano dovesse essere di competenza solo degli psichiatri, mentre la Pierotti e la Picchio la pensavano diversamente offrendo una proposta di intervento di tutt'altro genere che affiancasse, e ovviamente non sostituisse, le cure più classiche.
"Abbiamo creato una 'casà per le nostre pazienti, un luogo accogliente e non medicalizzato, nel quale loro stesse si sostengono a vicenda condividendo la propria esperienza con chi si fosse venuta a trovare nelle identiche condizioni."
Nello stesso tempo l'associazione si è mossa nei confronti degli enti competenti sollecitando una maggiore attenzione nei confronti della malattia e contribuendo alla stesura delle linee guida regionali sui disturbi alimentari. Nel tempo "Il pellicano" è cresciuto ed è diventato sempre più una comunità terapeutica dove le pazienti si incontrano e condividono le varie attività, come fare la spesa, cucinare, mangiare insieme, tagliare e cucire abiti, fare ginnastica, ballare, ascoltare musica. In tal modo si stabilisce un rapporto di amicizia e di complicità. Non a caso alcuni pazienti che hanno risolto i propri problemi continuano a frequentare la "casa" per aiutare i nuovi "inquilini" e i loro familiari. All'interno della struttura lavorano gratuitamente psicologi, psichiatri, dietisti, nutrizionisti, pediatri.
"Da quando è nata l'associazione - precisa Assunta Pierotti - abbiamo assistito circa 500 malati. Da gennaio a oggi sono arrivate più di 70 nuove pazienti. Un aumento proporzionale anche a un numero maggiore di sanitari che ci danno una mano. Purtroppo spesso il lavoro di formazione va disperso quando i volontari trovano un posto fisso, magari in un'altra città. Un grande aiuto ci viene dalle ex pazienti che tornano per darci una mano, come nel caso del laboratorio di cucito. Permettendo alle ragazze di lavorare sugli abiti le mettiamo di fronte all'immagine corporea, proprio quella che con il digiuno o l'abbuffata loro vorrebbero cancellare."
Per chi ha bisogno di aiuto o anche di consigli il sito dell'associazione è www.ilpellicano.perugia.it mentre la mail è pellicano.onlus@libero.it
Anna Lia Sabelli Fioretti
Corriere dell'Umbria Lunedì 28 Dicembre 2009

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