martedì 1 dicembre 2009

La bella storia del Consorzio agrario provinciale di Perugia

Dopo travagliati trascorsi il Consorzio agrario provinciale di Perugia è da alcuni anni in fase di rimonta. La sfida da vincere è ambiziosa: tornare ad una amministrazione ordinaria, dopo la procedura di liquidazione coatta amministrativa ancora in atto. Ma la fiducia espressa dal direttore, Antonio Margiotta, sembra trovare suffragio nelle cifre che attestano all'azienda un progressivo miglioramento nel tempo. Dai
"17 milioni di euro di fatturato del 1991 (data di messa in liquidazione dell'azienda) ai circa 45 milioni di euro al 31 dicembre 2005"
la tendenza positiva non si è arrestata negli ultimi quattro anni. Se nel 2006 il fatturato era di 45.071.889 euro, si è passati a 51.032.407 di euro nel 2007 e al risultato eccezionale del 2008 che certificava 58.839.173 euro di fatturato. Le previsioni aziendali per il 2009 confermano il trend. Con 26 agenzie dotate di deposito, 16 centri di ritiro e stoccaggio e tre centri di solo ritiro il Cap di Perugia dà lavoro attualmente a 42 persone, di cui 34 impiegati, 8 operai e un dirigente. Solo una leggera flessione negli ultimi tre anni del numero dei dipendenti: che registra due figure impiegatizie in meno. La capacità di stoccaggio del Cap di Perugia per i prodotti cerealicoli è di 500mila quintali, pari ad un terzo di quella dell'intera provincia. A disposizione degli agricoltori ci sono due silos da 2.200 quintali, ciascuno con buca ed impianto di carico indipendenti, per il ritiro e lo stoccaggio di grano biologico. Gli agricoltori possono, inoltre, usufruire degli impianti produttivi, come l'oleificio di Spoleto che dispone a tal fine di un frantoio per olive e un impianto di confezionamento oli. Una rete di venditori operante sul territorio nazionale permette di collocare al meglio i prodotti confezionati. Con una produttività oscillante tra i 20 e i 30mila quintali lo stabilimento di selezione sementi di Perugia offre la selezione meccanica di grani da seme, teneri e duri, provenienti da coltivazioni locali. Non meno importanti sono i servizi finanziari offerti, modellati sulle esigenze degli agricoltori. L'economia agricola di Perugia e quella dell'intera Regione Umbria, appaiono fortemente legate al Consorzio. Nonostante le criticità, fatte risalire dai commissari liquidatori a situazioni maturate sin dal 1984, sono innegabilmente positivi i risultati prodotti sinora dal piano di risanamento
Isabella Rossi
Corriere dell'Umbria Martedì 29 Dicembre 2009

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