venerdì 15 gennaio 2010

Calo degli iscritti all'Università di Perugia

Il segnale d'allarme lo lancia il mercato immobiliare. Cartelli con vendesi e affittasi restano a lungo appesi: le agenzie lo hanno già notato e cambiano politiche. Li noti ad ogni angolo, e ti chiedi come mai tutta questa gente abbia deciso di affittare. Colpa della crisi? No piuttosto colpa del calo degli studenti universitari: secondo un'indagine pubblicata ieri dal Sole 24Ore vicino al sette per cento, unico dato col segno negativo rispetto agli altri atenei del centro Italia. Lo vedi e lo percepisci appena esci dal centro storico che per sua natura appare sempre pieno. Ma è ad Elce, quartiere mediano vicino a molte facoltà, dove l'assenza pesa di più.
"La prova sono i costi di una singola in affitto: i prezzi sono calati almeno di 50 euro. Prima si pagava per una camera dai 250 ai 300 euro, adesso tra i 200 ai 250"
, dice Daniele, studente fuori sede. L'immagine non è apocalittica, gli studenti amano ancora Perugia. L'effetto Meredith, la vecchia storia della ricerca italiana con fondi al lumicino e la crisi negli ultimi anni hanno fatto danni ma Perugia resta città universitaria per eccellenza anche se la concorrenza ora si è fatta più forte, tanto al nord che al sud. L'ultimo dato negativo è arrivato proprio ieri assieme alle immatricolazioni per l'anno 2009/2010: si parla di 6.645 nuovi iscritti. Un dato confermato ma con dei distinguo. Il Magnifico Rettore sulle prime ci ride sopra:
"Beh, lassù qualcuno proprio non ci ama."
Ma poi spiega i dati:
"i numeri sono esatti ma dobbiamo stare attenti - dice Francesco Bistoni - mancano gli iscritti delle lauree magistrali che arriveranno a febbraio: parliamo di altre tremila unità circa. C'è anche da dire che nelle altre sedi universitarie dove il calo è meno rilevante o assente sono state sommate anche le preiscrizioni."
Insomma il rettore Bistoni frena le cassandre e va avanti con il suo lavoro. Una percezione che le cose non andassero così male l'ha anche l'amministratore unico dell'Adisu Maurizio Oliviero.
"La mia sensazione, seppure da una prospettiva parziale, è che la tendenza sia sia invertita. Quest'anno abbiamo avuto un più undici per cento di domande di borse di studio tra le matricole. Il 70 per cento delle quali arriva dal centro-sud, dal Lazio in particolare. A questo dato aggiungo quello della mensa, con un più cinque per cento di domande per le tessere."
Il dato andrebbe letto nel dettaglio, forse non solo più iscritti ma forse redditi più bassi perché reali o falsamente dichiarati. Ma questa è un'altra storia. Ora la concorrenza tra atenei si gioca tutto sui servizi e sul tempo libero. É stata questa la carta vincente di Ferrara, ma tra Perugia e la cittadina romagnola ci sono anni luce.
"Abbiamo tutte le condizioni per poter dare un modello universitario - dice Oliviero - e rilanciare eccellenza e qualità della vita ma tutti gli organismi competenti dovrebbero sedersi attorno a un tavolo e andare oltre le proprie competenze"
Patrizia Antolini
Corriere dell'Umbria Giovedì 14 Gennaio 2010

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