martedì 21 settembre 2010

Il Santa Maria della Misericordia: una città di camici bianchi

Quasi una città Il Santa Maria della Misericordia Ogni giorno dodicimila persone attraversano i lunghi corridoi bianchi. Entrano negli ambulatori, si sottopongono a visite, ritirano referti. Nascono e muoiono. Il Santa Maria della Misericordia, il più grande ospedale della regione, sta per spegnere le sue prime due candeline come polo unico ospedaliero-universitario, dopo la chiusura definitiva di Monteluce.
Una città nella città dove tra "signori delle corsie" e baroni si disegna il volto della sanità umbra. Ora più che mai in vista del rinnovo della convenzione con la facoltà di medicina e l'inizio di una nuova stagione calda di nomine e concorsi per almeno cinque poltrone importanti.
L'azienda ospedaliera perugina, saldamente in mano al riconfermato Walter Orlandi, affiancato nella direzione sanitaria da Giuseppe Ambrosio, si divide in dipartimenti sanitari e strutture complesse o cliniche. Il dipartimento dell'emergenza e accettazione (ancora senza direttore) raccoglie le due anestesie (una ospedaliera e l'altra universitaria) dirette da Francesco Paoletti e Vito Aldo Peduto, la chirurgia generale d'urgenza diretta dal professor Annibale Donini e il pronto soccorso.
É questa una delle poltrone più calde: dopo l'era Bussani, ora presidente nazionale della Società italiana sistemi 118, la direzione dovrebbe passare all'attuale reggente, Mario Capruzzi. Il dipartimento di scienze cardio-toraco-vascolari, che attende un direttore di nomina universitaria, è suddiviso in 6 unità complesse: la cardiochirurgia di Temistocle Ragni convenzionata per la formazione dei medici specialisti cardiochirurghi con la scuola di specialità in cardiochirurgia dell'Università di Pavia. La cardiologia diretta da Claudio Cavallini e la cardiologia e fisiopatologia cardiovascolare diretta dal direttore sanitario Giuseppe Ambrosio. Chiudono il dipartimento la chirurgia toracica diretta dal professore Francesco Puma, quella vascolare al momento in mano a Giuseppe Giordano successore di Piergiorgio Cao, sbarcato al San Filippo Neri ma rimasto legato a Perugia con una consulenza, e la medicina interna e la stroke unit di Giancarlo Agnelli.
Massimo Martelli, uno dei luminari umbri capace di attrarre pazienti da fuori regione, è a capo del dipartimento di scienze onco-emato-gastroenterologiche . Cinque le strutture complesse che afferiscono al dipartimento: naturalmente l'ematologia e Tmo (trapianto midollo osseo) del professor Martelli stesso, l'altra eccellenza perugina rappresentata dalla gastroenterologia guidata da Antonio Morelli, a capo anche della scuola di specializzazione dell'università di Perugia e centro di riferimento regionale per i pazienti candidati al trapianto di fegato. L'oncologia medica diretta da Lucio Crinò, la radioterapia diretta da Cynthia Aristei e il servizio immunotrasfusionale di Carla M. Silvani. Gianmarco Perticoni è invece a capo del dipartimento di neuroscienze ed organi sensoriali , direttore a sua volta della clinica di neuro fisiopatologia. Il dipartimento si compone della clinica neurologica di Paolo Calabresi, la clinica oculistica di Cesare Fiore, l'otorinolaringoiatria diretta da Antonio Frenguelli, la neurochirurgia di Pierpaolo Lunardi e l'unità spinale unipolare della dottoressa Renée Maschke.
Il dipartimento materno infantile ha invece un coordinatore, il professore Giuseppe Affronti, e un direttore di dipartimento interaziendale per l'eta evolutiva (referente dell'Asl 2 e 3), il professore Giuseppe Castellucci.
Ad Affronti, direttore della clinica di ostetricia e ginecologia ospedaliera, si affiancano Antonino Appignani per la clinica chirurgica pediatrica e Mario Furbetta nella clinica pediatrica vera e propria (alla clinica fa capo l'Utin, l'unità di terapia intensiva neonatale di cui è responsabile la dottoressa Patrizia Bragetti che ha sottoscritto una convenzione anche con l'ospedale romano del Bambin Gesù). Completano il dipartimento la clinica ostetrica e ginecologica universitaria diretta dal professore Gian Carlo Di Renzo, la neonatologia da Giancarlo Barboni e l'oncoematologia dal professor Franco Aversa. Due sostanzialmente i dipartimenti di medicina interna e specialistica , l'uno ospedaliero e l'altro universitario. In medicina 1 si è da poco risolto il caso di Geriatria, dopo l'uscita di scena di Attilio Losito l'incarico è passato a Patrizia Mecocci. Si aggiungono la medicina del lavoro diretta da Giuseppe Abbritti (a capo anche del dipartimento), la medicina interna, le scienze endocrine e metaboliche del professor Fausto Santeusanio, la medicina interna e le scienze oncologiche di Geremia Bolli e Oronzo Penza direttore della pneumologia e unità di terapia intensiva respiratoria. Al professore universitario Elmo Mannarino invece il compito di guidare la medicina 2 composta dalla clinica dermatologica di Paolo Lisi, le malattie infettive di Franco Baldelli, la medicina interna, angiologia e malattie da arteriosclerosi dello stesso Mannarino. Ancora vacante la nefrologia e dialisi retta dal facente funzioni Massimo Cozzari.
Nel dipartimento di scienze chirurgiche diretto dal professor Giuseppe Noya (a capo nello specifico della clinica di chirurgia generale e oncologica), altre sei cliniche e un'altra eccellenza perugina, la struttura complessa di chirurgia generale retta da Giovanni Natalini. Nel dipartimento anche la chirurgia plastica e ricostruttiva di Carmine Alfano (con consulenze e attività interaziendali con l'azienda ospedaliera ternana), la clinica odontoiatrica diretta da Potito D'Errico, quella urologica di Massimo Porena (con il centro della calcolosi, di oncologia urologica, di uro ginecologia e neuro urologia e andrologia). Chiude le specialistiche l'ortopedia e traumatologica di Auro Caraffa: il professor Giuliano Cerulli, emigrato ad Arezzo tra le polemiche, mantiene la direzione delle scuole di specializzazione (ortopedia e traumatologia, medicina fisica e riabilitazione) e la traumatologia superspecialistica.
Chiude il quadro il dipartimento diretto dal professor Emilio Carmelo Gentile di diagnostica per immagini e di laboratorio. Oltre alle due radiologie, ospedaliera e universitaria, dirette dal professor Gentile e Luciano Lupattelli, si aggiungono le due medicine nucleari - quella universitaria ancora vacante, l'altra retta da Massimo Eugenio Dottorini - la fisica sanitaria di Gianni Gobbi e la neuroradiologia di Pietro Floridi. Per la diagnostica di laboratorio, due le unità operative quella di microbiologia del rettore dell'università di Perugia Francesco Bistoni (a capo anche del laboratorio di micro batteriologia) e l'anatomia e istologia patologica retta da Antonio Cavaliere, coadiuvato da Paolo Giovenali per la citologia e istologia diagnostica. In cerca di primario invece il servizio di patologia clinica ed ematologia
Patrizia Antolini
Corriere dell'Umbria Martedì 21 Settembre 2010

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