mercoledì 20 ottobre 2010

Comune multato per internet abusivo

Una "multa" da 50mila euro. Come minimo, visto che la legge per questo tipo di infrazioni prevede una forbice che arriva anche a 200mila euro. La notizia: come previsto e annunciato su queste colonne la struttura wifi messa in piedi dal Comune di Perugia con soldi pubblici è in contrasto con le norme vigenti. Se un ente offre un sistema di internet senza fili e per di più gratis, falsa evidentemente la libera concorrenza sul mercato: è intuitivo e non servirebbero principi del foro per capirlo. A corroborare l'interpretazione, anzi più che altro a mettere una pietra tombale sopra la vicenda, è una lettera dell'ispettorato territoriale Umbria-Marche del dipartimento per le comunicazioni (Ministero dello sviluppo economico). La succinta raccomandata è inequivocabile:
"le verifiche - scrive il dirigente, ingegner Alberto Brusca - hanno evidenziato un'attività di fornitura di servizi di comunicazione elettronica a uso pubblico da parte del Comune di Perugia, in violazione di quanto previsto dall'articolo 16 comma 1 del decreto legislativo 259\2003. Tale violazione sarà oggetto di contestazione da parte di questo ufficio."
Il riferimento dell'articolo di legge è al codice delle comunicazioni elettroniche:
"Lo Stato - c'è scritto - le Regioni e gli enti locali o loro associazioni non possono fornire reti o servizi di comunicazioni elettronica accessibili al pubblico se non attraverso società controllate o collegate."
La missiva del Ministero è arrivata negli uffici del consigliere comunale del Pdl Massimo Monni, artefice a suo tempo di un esposto. Adesso Monni annuncia anche un atto di verifica indirizzato alla Corte dei conti:
"Da tenere conto - spiega Monni - sono anche le spese sostenute dal Comune per l'allestimento della manifestazione che si è svolta in data 5 giugno scorso e le spese affrontate per la propaganda e per il lancia dell'evento non conforme alla legge che sono pari a 8.831 euro."
L'obiettivo dell'ente era l'organizzazione dell'evento "wifi-day" che a sua volta è consistito nell'apertura di punti di accesso gratuiti alla rete internet prima in piazza del Melo e a seguire in piazza Matteotti e al Pincetto. I cosiddetti "hot spots" sono stati presi e installati - come si evince dalla delibera - direttamente dall'unità operativa servizi tecnologici del Comune. Per la precisione nel mirino è finita la delibera della giunta comunale numero 208 del 20 giugno scorso.
"Il Comune di Perugia - attacca Monni in un comunicato stampa - che dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio alla cittadinanza con un atteggiamento che rispetti in pieno le regole e leggi, è invece il primo ad imporre l'arroganza del potere dettando legge a suo favore senza la minima attenzione alle normative vigenti. Chiedo che l'amministrazione comunale prenda con forza una chiara posizione e un deciso provvedimento, o perlomeno vada a chiarire di chi è la responsabilità del danno eraria e del danno d'immagine della città"
Alessandro Antonini
Corriere dell'Umbria Mercoledì 20 Ottobre 2010

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