sabato 4 dicembre 2010

Agricoltura e green economy verso filiere sempre più corte

Agricoltura e green economy. Per l'Umbria il 2011 è l'anno chiave per rimodulare investimenti e programmazione in un settore alle prese con le spine della globalizzazione e le riforme della Pac. Il Documento annuale di programmazione 2011-2013 adottato dalla giunta Marini punta a fare della regione un "laboratorio di sviluppo" per l'economia della conoscenza (reti infrastrutturali "immateriali", la banda larga ad esempio) e la green economy.
La valorizzazione dell'ambiente, della cultura e dell'arte per dare la spinta al Pil e all'occupazione.
Nell'analisi degli uffici dell'ente di palazzo Donini si fa il conto partendo dagli effetti della manovra finanziaria di rientro che a fine luglio ha introdotto i cosiddetti "tagli lineari" sui capitoli di spesa degli enti locali (infrastrutture, sanità, formazione, personale, funzionamento ecc.).
La manovra ha costretto le Regioni a razionalizzare le risorse per finanziare i servizi a sostegno alle imprese comprese quelle agricole e gli interventi di valorizzazione del paesaggio e del territorio.
Per l'Umbria, si farà affidamento - prevede il Dap - soprattutto al Programma di sviluppo rurale (psr) per quanto concerne il settore agroalimentare. Sul quale si porrà tuttavia un punto di domando legato al budget di cofinanziamento.
Risorse Per le aziende e le imprese del settore primario, la Regione impegnerà 30 milioni di euro per progetti integrati finalizzati a processi di riorganizzazione. I fondi, provenienti da una rimodulazione dell'Asse i del Psr, metteranno a disposizione risorse per la costituzione delle filiere di vino, olio, zootecnia, tabacco, ortofrutta e lattiero caseario.
L'obiettivo considerato "ineludibile" dalla Regione è la creazione di reti stabili di imprese mediante un sistema di finanziamento "a pacchetti differenziati" per i progetti delle singole filiere. I fondi Psr agiranno su tutte le componenti indispensabili alla riorganizzazione delle imprese secondo un sistema di filiere: innovazione, formazione, ricerca e sviluppo, promozione, aggregazione e commercializzazione, incentivi per giovani imprenditori.
Filiere Su quali basi e principi si organizzeranno le reti di sistema che il Dap ha previsto a partire dal 2011? Innanzitutto si punterà sull'organizzazione orizzontale: si incentiveranno cioè i progetti comuni di "promo-commercializzazione" dei prodotti (ad esempio vino, olio), la riduzione sul numero di organismi intermediari, il sostegno alla fusione delle cooperative e di consorzi per agevolare la crescita in termini di dimensioni e migliorare qualità e competitività del made in Umbria.
L'utilità delle filiere corte può costituire - considera il Dap 20110-2013 - un vantaggio sia per le aziende stesse che per la crescita del sistema economico regionale. Investimenti Nella politica di incentivi al sistema di imprese a rete, il Dap anticipa che a partire dal 20111 sarà posto fine agli interventi destinati a progetti individuali. Le imprese del settore agroalimentare riceveranno finanziamenti secondo una logica di sistema contando sul 50 per cento delle risorse stanziate mediante Asse i del PRS. Inoltre, per incentivare il maggior numero di investimenti, si punterà a forme di aiuto in conto interesse. Per quest'ultime modalità non si esclude la definizione di specifici accordi con gli istituti di credito.
Jacopo Zuccari
Corriere dell'Umbria Domenica 28 Novembre 2010

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