giovedì 2 dicembre 2010

Il lago Trasimeno è tutt’altro che guarito

Progressiva eutrofizzazione, modificazioni nella flora e nella fauna, assottigliamento e impoverimento della fascia del canneto. Sono fenomeni in atto da anni al Trasimeno, e le loro cause sono da attribuirsi da un lato alle oscillazioni del livello idrico, dall'altro a un aumento di carichi inquinanti sia di origine naturale sia di origine antropica, intendendo con ciò l'immissione di sostanze derivanti da attività agricole, zootecniche e industriali, come pure l'avanzamento delle colture agrarie e lo sfruttamento intensivo del territorio. Questi in estrema sintesi i risultati del progetto Osservatorio Trasimeno dell'Agenzia regionale per l'ambiente illustrati ieri nella prima delle due giornate del convegno
"Conoscenze, valutazioni, proposte per il futuro del Trasimeno"
, organizzato dalla stessa Arpa, con la collaborazione del ministero per l'Ambiente, dell'Autorità di bacino del Tevere e della Regione, per fare il punto sullo stato delle conoscenze ambientali sul grande lago umbro. I contributi conoscitivi portati da esperti dell'Arpa (Linda Cingolani ha illustrato il quadro generale, altri si sono occupati di questioni specifiche) e della Regione, confermati dal telerilevamento da satellite effettuato da Mariano Bresciani, dell'Irea Cnr di Milano, sono arrivati dopo gli interventi introduttivi, tra gli altri, del sindaco ospite, Sergio Batino, e del direttore generale dell'Arpa, Svedo Piccioni. Il convegno è proseguito poi con altre due sessioni di interventi di ricercatori, docenti universitari ed esperti sulla gestione ambientale e sulle problematiche del territorio. Tra l'altro, Alessandro Ludovisi, dell'Università degli studi di Perugia, ha segnalato come sul Trasimeno e su altri ecosistemi lacustri incidano in modo significativo i mutamenti climatici in atto a livello globale, mentre dirigenti ed esperti della Regione hanno affrontato le problematiche della depurazione e della tutela delle acque del lago dall'inquinamento. In particolare Maurizio Grandolini (Direzione agricoltura della Regione), chiudendo i lavori della prima giornata del convegno, ha rilevato che intorno al Trasimeno la concentrazione di allevamenti suinicoli è fortissima (66mila capi su un totale regionale di 200mila) e che esiste un problema ambientale di gestione dei reflui. I limiti già fissati per l'uso agronomico dei reflui zootecnici saranno rivisti con l'applicazione del nuovo Piano di tutela delle acque, che prevede tra l'altro una verifica della sostenibilità ambientale e la fissazione di un numero massimo di capi suinicoli installabili in alcuni Comuni, tra i quali Castiglione del Lago e Magione, previa stipula di protocolli d'intesa con gli enti e le organizzazioni di categorie interessate. Oggi il convegno proseguirà con altri contributi e si concluderà in tarda mattinata con una tavola rotonda a cui parteciperanno tra gli altri il presidente della conferenza dei sindaci, Massimo Alunni Proietti, l'assessore provinciale con delega alla Difesa idraulica, Domenico Caprini, e l'assessore regionale alle Politiche agricole, Fernanda Cecchini
Sergio Spaccapelo
Corriere dell'Umbria Giovedì 2 Dicembre 2010

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