mercoledì 2 febbraio 2011

Sparita la Madonna dei miracoli

Un'antica scultura in legno è sparita dalla chiesa di Sant'Antonio abate, in Corso Bersaglieri. E i vecchi borgaroli battono diverse piste per venire a capo della misteriosa scomparsa. L'opera si riallaccia storicamente alla Perugia del Settecento e ai misteriosi prodigi che vi avvennero poco prima dell'ingresso delle truppe francesi in città (16 febbraio 1797).
Sul tema, la storica Claudia Minciotti ha compiuto uno studio significativo, in cui riporta numerosi episodi, collocati con assoluta precisione. Madonne che roteavano gli occhi, icone che sudavano o mutavano il colore del viso. Risultarono "miracolose" la Madonna posta alla Porta della Mandorla, la Madonna della Pietà a Santa Teresa degli Scalzi (vicino alla torre degli Sciri), la Madonna della Misericordia nella chiesa della Compagnia della Morte in piazza Piccinino, la Madonna delle Grazie, conservata nella cattedrale di San Lorenzo.
Uno di questi presunti miracoli sarebbe appunto avvenuto nella chiesa di Sant'Antonio Abate, posizionata sul tratto terminale di Corso Bersaglieri. Il luogo di culto è stato recentemente riaperto, in occasione della festa del patrono degli animali, il 17 gennaio scorso. Dentro questa chiesa, nella seconda metà del Settecento, una statua lignea di Madonna col Bambino (sul braccio destro) e scettro (sulla mano sinistra) avrebbe cambiato colore. In più, due giorni dopo, entrambe le icone "aprivano e serravano gli occhi", come da testimonianze d'epoca. La statua, precisano le fonti storiche, era collocata
"al primo ingresso a sinistra, in una cappella con cancellata."
Indipendentemente dalla veridicità del miracolo, qualcosa di misterioso è veramente accaduto: ossia la sparizione dell'opera che, fino a tutti gli anni '50, veniva portata in processione per la festa dell'Ascensione. Al suo posto una brutta statua in gesso colorato, tuttora presente in sacrestia. Ma l'antica Madonnina in legno, oltre a comparire in una sbiadita foto di matrimonio, viene precisamente ricordata da numerosi borgaroli doc.
Tra essi Alessandro Vitali che rammenta anche i vestiti coi quali la Madonnina veniva abbigliata. Stessi ricordi personali del musicista Carlo Valiani e dello scrittore Walter Pilini. Affermano di averla vista anche Giuliano Antonielli, presidente dell'Antica Società del Gotto, e diverse signore che hanno personalmente conosciuto Geltrude Scaramucci, la donna incaricata della vestizione della Madonna, abbigliata alla maniera delle contadine del Pian del Tevere.
La Madonnina in legno è dunque "miracolosamente" sparita, come altri arredi e materiali, dall'interno della chiesa di Sant'Antonio Abate. É vero che il luogo di culto è stato chiuso per tanti anni, ma evidentemente si è omesso di vigilare sulla conservazione di quest'opera dal notevole valore storico, artistico e liturgico.
Se la statua non c'è più, insomma, un motivo ci sarà. È' rimasto invece il Sant'Antonio abate in legno che veniva portato in processione il 17 gennaio. Come è stato salvato dalla dispersione il gonfalone processionale, ritrovato tra le opere della Galleria Nazionale dell'Umbria e recentemente esposto. Ma, a proposito dell'antica Madonna, la gente del Borgo protesta e sostiene che qualcuno avrebbe dovuto metterla in sicurezza
Sandro Allegrini
Corriere dell'Umbria Martedì 1° Febbraio 2011

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