sabato 28 gennaio 2012

L’Umbria con gli occhi a mandorla

Un popolo di quasi circa 2000 unità, piccolo dunque, ma di attivismo non comune sul fronte imprenditoriale, con interessi prevalenti nei settori del commercio, del manifatturiero e della ristorazione. Ecco i cinesi in Umbria, terra da cui sono fortemente attratti anche per motivi di studio grazie al ruolo giocato dall'Università per stranieri di Perugia, dove ogni anno, in base a un mirato progetto intergovernativo, approdano a centinaia.

I cinesi regolari In Italia, tra gli aumenti rilevanti degli iscritti nelle liste dei residenti si registra nel 2010 proprio quello dei cinesi (+11,5%, il numero assoluto sfiora le 210mila unità: Dossier Caritas Migrantes 2011). Quanto all'Umbria, le stime parlano di circa 2mila cinesi (1,9% del totale), di cui presenti soprattutto 1.600 in provincia di Perugia, con la comunità più numerosa concentrata e in particolare nel capoluogo, dove vanno considerati anche gli studenti soggiornanti (si stima che i regolari in totale siano circa 800) . L'altra comunità più numerosa nel Perugino è nell'Alto Tevere (circa 200); circa una cinquantina i cinesi residenti a Foligno.

A Terni sono circa 250. In totale, sono comunque il gruppo asiatico più numeroso. I settori di occupazione a livello nazionale, la comunità cinese appare come una delle più attive, con un tasso di imprenditorialità alto: un cinese su cinque è imprenditore. Per il 2009, il Dossier Caritas Migrantes rilevava un tasso di imprenditorialità pari al 15% dei residenti, di molto superiore al risultato degli altri gruppi stranieri. Anche nel 2010 il 56,9% dei titolari d'impresa stranieri in Italia era riconducibile a soli 4 paesi di provenienza, con la Cina al terzo posto (14,7%), preceduta solo da Marocco (16,4%) e Romania (15,3%).

Vale la pena richiamare un altro fenomeno fotografato a livello nazionale e che, come si vedrà, tende a riprodursi a livello umbro. I cinesi sono uno dei gruppi nazionali per cui si registra una forte concentrazione solo in alcuni settori di attività, quelli dove non servono ingenti capitali per l'avviamento e caratterizzati da basso livello di tecnologia: commercio (i cinesi sono al secondo posto) e manifatturiero, dove la presenza cinese è addirittura al 62,8% (specie nel tessile e nell'abbigliamento).

L'Umbria, come accennato, non fa eccezione a questo trend, in base ai dati della Camera di commercio di Perugia (registro imprese). Anche se la maggioranza dei cinesi sono lavoratori subordinati (e lavorano per cinesi), è confermata la vocazione imprenditoriale: se, nel III trimestre 2005 , le unità locali di imprenditori cinesi erano 157, nel 2011 (stesso periodo) sono diventate 372. Un incremento del 136%, dato sorprendente rilevante in quanto registrato in un periodo di piena crisi. Chissà se il trend proseguirà nell'anno del Dragone, il 2012 per il calendario lunare cinese.

Quali sono i settori in cui i cinesi dell'Umbria sono maggiormente concentrati? In testa (III trimestre 2011) c'è il commercio all'ingrosso e al dettaglio: 167. Seguono le attività manifatturiere: 111. Poi le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione per cui sono prevalentemente famosi nell'immaginario collettivo: 68.

Fra gli imprenditori prevale la classe di età compresa tra i 30 e i 49 anni (sono 290), segue quella 18-29 (54). La forma giuridica nettamente prevalente è quella dell'impresa individuale (265). Seguono società di persone (76) e di capitale (31). La maggioranza delle imprese è in provincia di Perugia: 292 unità (117 nel 2005), 80 a Terni (40 nel 2005). Gli imprenditori cinesi sono soprattutto uomini (93197), ma sono ben rappresentate anche le donne (64175). L'Università Ogni anno arrivano a centinaia per studiare l'italiano all'Università per stranieri in modo, poi, da iscriversi ad altri atenei d'Italia o proseguire con i corsi di laurea offerti dallo stesso ateneo perugino. E così da anni. É stato il progetto "Marco Polo", basato su un accordo intergovernativo e presentato ufficialmente a Pechino nel 2004 dalla Crui, nell'ambito della visita di Stato del Presidente della Repubblica Italiana nella Repubblica Popolare Cinese, a determinare crescenti flussi anche verso il capoluogo umbro (tra l'altro, per il decollo del progetto svolse un ruolo di coordinamento nella Crui lo stesso rettore della Stranieri Stefania Giannini). Tanto che oggi i cinesi rappresentano il gruppo più numeroso alla Stranieri (prima di loro c'erano gli americani e prima ancora i giapponesi). Al "Marco Polo" da un po' si è aggiunto peraltro il progetto "Turandot", riservato a chi vuole accedere a conservatori e Belle Arti. Il primo marzo arriveranno quindi a Perugia 650 studenti che frequenteranno i corsi di lingua fino ad agosto. Di questi, una percentuale di poco inferiore al 10% si fermerà a Perugia per frequentare un corso di laurea della Stranieri.

"L'ingresso in Italia di questi studenti è subordinato alla preiscrizione a un corso di laurea italiano (pagato per intero in anticipo) e al fatto di aver trovato un alloggio"
, ricorda Lidia Costamagna, delegata alle relazioni internazionali dell'Università per stranieri e coordinatrice del "Marco Polo" . Chi sono i cinesi iscritti alla Stranieri?
"Figli unici che vengono dalle grandi metropoli - spiega la professoressa Costamagna -, i genitori investono molto nella loro formazione affinché possano aspirare a una buona posizione lavorativa in patria, anche se poi, magari, c'è chi si sposa e resta qui."

Per avere un'idea di quanti cinesi siano transitati a Perugia ogni anno per motivi di studio, ecco i dati dell'Ufficio Relazioni Internazionali della Stranieri: gli studenti Marco Polo e Turandot nel 2008/2009 erano 532 su un totale di 991 studenti cinesi iscritti ai corsi di lingua e cultura italiana; nel 2009/2010, 630 su un totale di 1.068; nel 2010/2011, 581 su un totale di 896; nel 2011/2012, in base al progetto Marco Polo e Turandot se ne prevedono 650. Gli iscritti ai corsi di laurea della Stranieri sono in media 100 studenti cinesi ogni anno.

Alessandra Borghi
Corriere dell'Umbria Venerdì 27 Gennaio 2012

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