sabato 10 novembre 2012

La pala di Paciano: Il ritorno del Signorelli restaurato

La pala di Paciano di Luca Signorelli è tornata a casa. Nella Galleria nazionale dell'Umbria è arrivata proprio ieri e giace per ora tutta imballata in attesa di avere il suo posto di rilievo all'interno del museo umbro dopo il restyling che le ha ridonato l'originario splendore. L'opera torna da Orvieto dove è stata sottoposta ai lavori di restauro in un cantiere aperto al pubblico allestito nel museo dell'Opera del Duomo in occasione della mostra sul Signorelli conclusasi a fine agosto.

Dalla Soprintendenza, però, precisano che l'intervento sulla pala firmata dal maestro di Cortona non è ancora concluso, rimane ancora da completare l'ultima parte, e per l'occasione sarà allestito negli spazi perugini una sorta di nuovo cantiere aperto ai visitatori. L'iniziativa dovrebbe essere introdotta da una giornata di studi, probabilmente il 12 dicembre, dedicata al capolavoro.

Con l'occasione saranno messe in luce più a fondo tutte le novità emerse dalle indagini fornendo preziose informazioni sul disegno preparatorio sulla composizione della scena, sulla tecnica e sui materiali utilizzati, sulla suddivisione del lavoro tra l'artista e i suoi collaboratori, perfino sull'organizzazione della bottega. L intervento più seguito dal pubblico della mostra è stato comunque il restauro pittorico vero e proprio portato avanti sotto la direzione della Soprintendenza dei Beni artistici dell'Umbria. E adesso in Galleria si rinnova l'opportunità di avvicinarsi al capolavoro e vedere così emergere i suoi misteri passo dopo passo.

L'opera la Pala di Paciano, completa di predella e cornice è firmata e datata 1517, quindi si colloca negli ultimi anni di attività dell'artista cortonese, quando piè forte e diffuso è l'intervento dei suoi collaboratori. Il dipinto su tavola, realizzato per chiesa del convento di Sant'Antonio da Padova di Paciano, passò al Comune di Paciano che lo vendette a quello di Perugia nel 1865. In cattive condizioni conservative fin dal Settecento, l'opera è stata più volte oggetto di restauro.

Corriere dell’Umbria del 10 novembre 2012

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