martedì 7 maggio 2013

Perugia: capitale nazionale dell'esorcismo

Verità da proferire a mezza voce. Ma è certo che nella città del Grifo accorrono, da ogni parte d'Italia, i casi più problematici di possessione diabolica, sapendo di poter trovare risposte adeguate.
"E noi li accogliamo - assicura un esorcista nostrano - perché il nostro carisma non può essere contenuto ed esercitato nei limiti della territorialità."
"Ci sono, nella nostra diocesi - afferma l'arcivescovo Bassetti - personalità sacerdotali di grande cultura e di comprovata esperienza in materia."
E indirizza il cronista verso le figure da lui stesso nominate, tra le quali il titolare di una parrocchia periferica della città. Ma la figura di riferimento - a Perugia lo sanno tutti - è un coltissimo padre teologo agostiniano, apprezzato musicista di fama internazionale. Come esorcista, è conosciuto e stimato a livello nazionale. Anche se deve un po' risparmiarsi per questioni di salute, opera attivamente quasi tutti i giorni. Non è infrequente che lo stesso padre Gabriele Amorth si rivolga a lui per uno scambio di opinioni. Indagare è difficile. La materia è delicata e i nemici del demonio stantio con le bocche cucite osi tengono sulle generali: non esistono statistiche. Di casi particolari non si parla. Ma alcune verità vengono dette.
"Tutti possiamo essere esorcisti: con la preghiera"
, afferma un prete perugino, noto per la sua tenacia nell'affrontare con energia indicibile, e nel risolvere, i casi più ostici. Il cronista lo ha inteso gridare a perdifiato: "Vade retro Satana!" nella sagrestia di una chiesa del centro storico, risaputo polo di esorcismo. all'indirizzo di una posseduta: una giovane donna (peraltro bellissima) che urlava con voce cavernosa, sbattendosi e rifiutando il crocefisso. Ora quella giovane sta bene, ma non è stato facile liberarla.
"Il miglior esorcismo è la confessione"
, aggiunge lo stesso sacerdote alla presenza della ragazza che, pacificata, annuisce. Ma quali sono i casi di reale possessione diabolica e quali invece i disturbi riconducibili alla sfera della psiche o del malessere esistenziale?

"Mi sono meravigliato - confessa il più potente esorcista perugino - nel consultare la Grande enciclopedia della salute in 25 volumi, edita in collaborazione con la Fondazione Veronesi. Al capitolo relativo, si chiamano in causa psichiatri, psicologi, psicoanalisti, psicoterapeuti, ma non si fa parola della possessione diabolica. E dire che, purtroppo, è una cruda realtà dalla quale non si può prescindere .”

Poi sferra un attacco allo scientismo, al relativismo, al laicismo imperante che vuol risolvere tutto col farmaco. A seguire. la cannonata:

"Ritengo, addirittura, che sarebbe auspicabile una collaborazione tra l'analista della psiche e quello dello spirito; è quest'ultimo che dovrebbe, per primo, escludere una componente patologica spirituale. Non è infrequente che io stesso indirizzi in ambito psichiatrico certi soggetti (come mi è capitato di recente, dopo incontri protratti per un mese) in cui non c'è traccia di possessione, ma solo segni di disturbo mentale".

Lo stesso Amorth ha dichiarato che, tra gli oltre 70 mila casi trattati, un centinaio erano sicuramente riconducibili a vere possessioni diaboliche. Altro che indemoniati! Nella maggior parte dei casi, si trattava di "disturbi della personalità o malattie mentali".

"Molti se lo vanno a cercare Satana", dice il teologo agostiniano. E cita il consumismo esasperato: cibo, alcool, sesso, avidità di denaro e di successo, droga, sedute spiritiche. Questa pratica spiritistica, a Perugia, ha sempre raccolto ampio consenso tra persone di ogni età e condizione. Mosse da laicismo massonico, da anticlericalismo, da semplice curiosità. "Ma l'evocazione è sempre pericolosa", assicura il sacerdote di ampio carisma. Il piattino che si muove, insomma, non è un gioco, ma presuppone rischi e sofferenza.

Specie per quanti si affidano a stregoni, praticoni avidi e medium improvvisati. "In numerosi casi - dice l'esorcista - Satana è figlio della droga: spesso una persona guarisce, ma poi, tornando al consumo, ricade nelle grinfie della possessione".
Lei non ha paura del demonio? "e lui ad aver paura di me che opero in nome di Dio", la secca risposta. Insomma: ci si creda o no, Satana è tra noi, o forse, potenzialmente, dentro ciascuno di noi.

Ma a Perugia c'è chi, non da oggi, si dimostra in grado di liberare le persone dal demonio, da Satana, da Lucifero, da Belzebù. O come "diavolo" si voglia chiamare la personificazione del male.

Corriere dell'Umbria Martedì 7 Maggio 2013

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