domenica 3 ottobre 2010

L’Umbria dei trasporti tra rivoluzioni e tagli

Trasporti e tagli. L'Umbria vede ormai vicina la società unica dei trasporti ma deve fare i conti con gli effetti della manovra finanziaria. La holding sta insomma per nascere sotto la cattiva stella di una congiuntura economica negativa e con una drastica riduzione nei trasferimenti statali. Le cifre girate ieri in Seconda Commissione di Palazzo Cesaroni, durante l'audizione degli amministratori di Trenitalia, Fcu, Apm e Minimetrò Spa sono da spavento. Per treni, autobus e trasporti locali dell'Umbria si prospetta un 2011 da incubo. Treni
"In Umbria viaggiano 80 treni di cui 44 a vocazione sovraregionale e 36 intraregionali. Con 24mila passeggeri al giorno e un totale di 9 milioni l'anno - ha spiegato il direttore generale di Trenitalia Fabrizio Imperatrice - non possiamo pensare di tagliare servizi. Innanzitutto perché per toccare uno dei 44 treni sovraregionali è necessario un accordo tra le Regioni interessate". Per toccare uno dei 44 treni sovraregionali è necessario un accordo tra le Regioni interessate, che si dividono competenze e ricavi, "mentre per quanto riguarda i treni regionali - ha aggiunto Imperatrice - toglierne uno solo significa lasciare a piedi come minimo 150 persone, che diventano 300 passeggeri includendo la tratta di ritorno dalla loro destinazione".
Fcu Notizie allarmanti arrivano anche dal trasporto su ferro di Fcu. "La nostra preoccupazione - ha detto Ettore La Mincia, amministratore unico Fcu - è che ci vengano a mancare i contratti con Trenitalia, e se la Regione Lazio decidesse di tagliare i costi ci sarebbero ripercussioni preoccupanti". Fcu conta su una percorrenza annuale di 750mila chilometri e un introito di 4,5 milioni di euro, piuttosto che dal contributo della Regione Umbria che è graduato sulla ripartizione di risorse fatta dallo Stato risalente all'anno 2001 e riferita ai costi del 1997.
Il presidente dell'Apm Giovanni Moriconi ha illustrato i rischi cui può andare incontro il trasporto pubblico locale se la riduzione delle risorse pubbliche seguirà lo schema dei tagli per settore: "Se la Regione li applica - ha detto - potremmo avere un terzo dei servizi in meno, con pesanti ricadute anche occupazionali, perché trecento persone non avrebbero più un lavoro.
Inoltre in considerazione del fatto che nel 2011 dovranno essere bandite le gare a causa della scadenza dei contratti di servizio, quindi occorrerà ridefinire i servizi minimi, e non potremo - precisa Moriconi - non tenere in considerazione che è radicalmente mutato il quadro dei flussi di mobilità". Holding Tutto ricomincia con la holding "Umbria Tpl Mobilità".
L'amministratore unico della società unica dei trasporti, Christian Cavazzoni, ha affermato che la fusione delle società di trasporto pubblico locale comprese nella "Umbria Tpl Mobilità" (Apm Perugia, Atc Terni, Ssit Spoleto ed Fcu, con partecipazioni varie da parte di Regione, Province e Comuni) sarà effettiva entro l'anno in corso e comporterà la presenza sul mercato di un'unica società di trasporto su ferro e gomma con un patrimonio di 60 milioni di euro e in grado di partecipare alle gare che inevitabilmente dovranno essere bandite entro breve tempo.
"La situazione attuale - ha detto Cavazzoni - evidenzia un contesto difficile per i problemi strutturali della nostra regione e per i bassi corrispettivi introitati dalle aziende, abituate al taglio dei costi quale unico intervento possibile. E malgrado ciò il settore del trasporto pubblico locale è in perdita, contenuta grazie alle attività che svolgono Apm e Fcu fuori regione". Riforme Nel corso dell'audizione l'assessore ai Trasporti della Provincia di Perugia, Stefano Feligioni e l'assessore alla Mobilità del Comune di Perugia, Roberto Ciccone hanno auspicato che l'assemblea di Palazzo Cesaroni metta mano alla modifica della legge 37 sui trasporti "che non è più adeguata alle esigenze attuali" e alla predisposizione di un nuovo Piano regionale dei trasporti.
Feligioni ha quindi evidenziato l'importanza che le Province "facciano il loro Piano di bacino, e i Comuni più importanti, a partire da Perugia, predispongano il loro, coordinato con gli altri". Anche per la Provincia l'aspetto critico riguarderà, invece le risorse a disposizione. "
Nel 2011 avremo circa il 10 per cento in meno di risorse che significa quasi 2 milioni di euro in meno, che comporterà la perdita di circa due milioni di chilometri vettura e l'impossibilità di far fronte ai servizi minimi. Il mondo del trasporto pubblico locale non è fatto soltanto di aziende private, esistono anche 300 aziende iscritte all'artigianato, al Cna, importanti imprese iscritte a Confindustria e altre a Confcooperative. I tagli incideranno drammaticamente sulla loro esistenza"
Jacopo Zuccari
Corriere dell'Umbria Giovedì 30 Settembre 2010

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