sabato 8 agosto 2009

Museo dell'Accademia di Belle Arti di Perugia

Il Museo dell'Accademia di Belle Arti di Perugia ha sede nell'ex convento di San Francesco al Prato. Un lungo corridoio conduce dapprima in un chiostro cinquecentesco dove sono ancora visibili le lunette affrescate da pittori assisiati del Seicento. Particolarmente importante è la gipsoteca.
Lo scultore Vincenzo Danti, poco dopo il 1573, donò alla costituenda galleria i quattro gessi dell''Aurorà, del 'Crepuscolo', del 'Giorno' e della 'Notte' ispirati agli originali michelangioleschi.
Nella seconda metà del Settecento, il conte Degli Oddi, fece acquisire importanti calchi da originali classici come il 'Gladiatore', l''Apollino', l''Arrotino', la 'Lottà.
In seguito alla raccolta si aggiunsero il calco dell' 'Ercole Farnese' e del 'Torso del Belvedere'.
Il nucleo di maggiore importanza proviene dallo studio di Antonio Canova, mentre nel 1823 Bertel Thorwaldsen aggiunse alla collezione il gesso originale del suo 'Pastore'.Di notevole importanza è anche la pinacoteca che raccoglie opere dal XV al XX secolo.
Il nucleo più connsistente della raccolta è comunque costituito da opere del tardo Ottocento e primo Novecento.Fra i pittori perugini dell'Ottocento il personaggio più importante è Guglielmo Mangiarelli con 'La morte di Santa Sofià (1868) e la 'Fiera di Monteluce'.
Di Mariano Guardabassi sono la tela con 'Socrate che entra nel lupanare' e i quadretti con 'L'ingresso degli Svizzeri a Perugià.
A cavallo dei due secoli i maggiori artisti locali: Domenico Bruschi e Annibale Brugnoli.
Di Bruschi 'La Sorgente' del 1899, sensuale e decadente, del Brugnoli 'Giulietta e Romeo', 'La vedova del fornaretto di Venezià e 'Savonarola ascolta la sentenza a morte'.Notevole il gabinetto dei disegni che comprende, fra le altre, opere di Jacques Callot, Guercino e Salvator Rosa.
Bertel Thorwaldsen, 'Pastore', gesso, 1823.
Guglielmo Mangiarelli , 'La morte di Santa Sofia' , 1868.
Domenico Bruschi, 'La Sorgente', 1899.
Armando Spadini, 'Modella in rosso', 1914.

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