lunedì 27 aprile 2009

Orlo Secco di Rita Albertini

Orlo Secco di Rita AlbertiniOrlo Secco

a Perugia, ex Chiesa S.Maria della Misericordia§
Via Oberdan, 54
22 aprile - 5 maggio

mostra personale di pittura di Rita Albertini

Orario: 11.00-12.30 / 16.30-20.00
Ingresso libero

Mercoledì 29 Aprile Ore 18.30

incontro con L'artista (Rita Albertini)
interverranno:
  • Franco Venanti
  • Emidio de Albentiis
  • Guido Buffoni
Info: tel.328 6912577
email: ritaalbertini@gmail.com

Comune di Perugia Lunedì 27 Aprile 2009


Orlo secco É il titolo della mostra Personalità complessa e intrigante quella di Rita Albertini che torna ad esporre in pubblico dopo qualche tempo presentando dipinti e questa volta anche sculture recenti, ma anche opere del suo repertorio meno recente.
Nell'ex chiesa di Santa Maria della Misericordia di via Oberdan, col patrocinio dell'assessorato alle Politiche culturali e giovanili del Comune di Perugia, fino al 5 maggio, una trentina di pezzi raccolti sotto il titolo arcano "Orlo secco", spiegato in realtà in una breve composizione che accompagna l'invito come "orlo secco della mente", dunque ancor più ermetico, ma in linea con la complessità dell'autrice, confermano una genialità espressionista che continua ad autoalimentarsi.
Nel senso che il suo onirismo incessante, accompagnato da una memoria di consuetudini di lavoro con persone "difficili", continua ad esplorare un mondo impossibile più che improbabile, popolato di angosce e violenze, ma anche di spiragli di serenità conquistati con la libertà di espressione.
L'Albertini è medico, non a caso medico della mente, ma ha sempre praticato parallelamente la pittura e nel 1986 ha frequentato la scuola libera del nudo di Bruno Orfei all'Accademia di Belle arti di Perugia, ma contrariamente a tanti altri allievi non è stata contagiata dalle anatomie post cubiste femminili del compianto pittore perugino, perché andava nelle aule di San Francesco al prato per curiosità avendo già un suo linguaggio espressivo e soprattutto una sua poetica.
Tant'è che lo stesso Orfei scrive che per lei l'accademia era solo "un luogo di disciplina", ma soprattutto definisce la pittrice "la poetessa dell'angoscia".
Un tema questo, in effetti, fortissimo ricorrente nelle opere recenti e che rappresenta una restituzione a rilascio lento di quanto recepito negli anni di paziente ascolto e di lavoro di liberazione delle angosce altrui, forse anche delle sue, composizioni con ambienti e figure provvisorie, nel senso che vi appaiono spesso ectoplasmi e deformazioni di figure reali.
Palinsesti di oggetti, ambienti e corporeità molto complessi, irrazionali spesso, da illustrazioni freudiane, più trasfigurati che illogici, sospesi fuori tempo e fuori dagli spazi materiali visibili.
L'unico nuovo ambito creato di recente dall'artista sono le "scatole": luoghi mentali in scala ridotta del vivere e del morire, se è vero che molte di quelle opere sono titolate scatolicidio, ma a soccombere violentemente sono gli abitanti delle scatole.
Scatole disegnate o dipinte, senza necessità di prospettiva, ricche di contesti cromatici forti e spesso di polimaterismi, con segni caratteristici individuati come fulcri di narrazione.
Oggetti di nuovo conio che sono diventati molto pregnanti per l'artista, tanto che si sono materializzati in sculture forniti di una testa che fuoriesce da una delle superfici del volume solido irregolare quasi a tentare di salvarsi dal delitto che si sta compiendo all'interno dell'involucro il quale, come accennato, non è necessariamente un luogo fisico, ma una gabbia mentale nella quale si uccide e si viene uccisi.
Questo duro espressionismo materico e polimaterico è quello che legge l'Albertini del e nel mondo senza bisogno degli occhi
Massimo Duranti
Corriere dell'Umbria Domenica 3 Maggio 2009

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