venerdì 25 settembre 2009

Università, Preside e prof ramazzano l'atrio: Niente soldi per l'impresa di pulizie, facciamo da soli!

In tempi di lesina, di fondi tagliati, di bilanci sempre più magri, accade anche questo all'Università di Perugia. Che preside, professori, segretari e portieri puliscano l'atrio della facoltà prima di cominciare, ognuno, il proprio quotidiano lavoro. Motivo dell'insolita incombenza? Semplice: mancanza assoluta di denaro per pagare l'impresa delle pulizie. La cinghia diventa sempre più stretta e i prof si danno da fare. Gli studenti che ieri mattina, verso le 9, passano nell'atrio di Giurisprudenza - è giorno di esami - rimangono un po' stralunati. Non credono ai propri occhi. La scena è questa Il preside Mauro Bove con guanti di lattice, il prof di economia politica Giuseppe Dallera, gli amministrativi Giancarlo Massini e Marilda Bacoccoli, gli addetti alla portineria Sante Cacchiata e Francesco Baldelli, tutti variamente muniti di ramazza, di scope elettriche rotanti, di sacchi della spazzatura e palette, nettano pavimenti e corridoi sotto le pensiline, svuotando i posacenere con gran rapidità. Gli esami stanno per cominciare, e occorre far presto. L'atrio deve tornare decoroso. Qualcuno incredulo li fotografa con il cellulare, altri in transito danno conforto verbale ma senza prendere scope in mano. Insomma, una mezz'ora molto operosa. Pulizia inappuntabile, il risultato. Azione di protesta, dimostrativa o cos'altro? Preside Bove, l'hanno vista dar di ramazza, chiediamo.
"No, guardi, nessuna polemica. L'atrio era impresentabile, non disponiamo di addetti alle pulizie e nemmeno di soldi per pagarli, gli studenti stavano arrivando: abbiamo pulito. La facoltà è casa nostra, ci siamo regolati di conseguenza."
é una fase di grande difficoltà per l'ateneo, riferisce il professore, ordinario di diritto processuale civile:
"Siamo preoccupati ma solidali. Del resto difficoltà e ristrettezze toccano tutti, nessuno escluso, qui in ateneo. Ma a me preme sottolineare un'altra questione. Politica, istituzioni, società civile devono fare la loro parte per sostenere l'Università e non lasciarla sola: non c'è futuro uccidendola. E nemmeno salvezza individuale."
L'opinione pubblica è molto ostile nei confronti del mondo universitario in generale, ravvisa il professore.
"Ma al di là di qualche mela marcia - puntualizza - la stragrande maggioranza di chi lavora, fa il suo dovere e anche di più. Colpire nel mucchio è un errore."
Previsioni cupe Il futuro si prospetta ancor più nero, prevede il preside. Non si escludono ulteriori tagli al fondo ordinario che fa marciare la macchina accademica, e il merito calcolato su regole cambiate in corsa, e mai fissate in modo chiaro, non c'entra nulla. Giurisprudenza come affronta il nuovo anno? Concorsi bloccati, accesso negato ai giovani, fondi tagliati, incertezza. Quadro molto cupo. Cosa fare allora? L'ateneo perugino dovrà pur reagire. Cosa si dice nei consessi accademici deputati?
"Spetta al rettore, non a me parlare a nome di tutti"
, risponde Mauro Bove. Un fatto è certo: il preside vuole ringraziare la sua facoltà. I tanti che lavorano in silenzio, i giovani che non vogliono perdere speranza e restano, chi senza essere tenuto a turno pulisce l'entrata. "Altro che fannulloni"
Donatella Murtas
Corriere dell'Umbria Venerdì 25 Settembre 2009

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