domenica 1 agosto 2010

Abbandono dei cani è in calo

É calato sensibilmente il numero dei cani abbandonati. Anche in Umbria. Quello che era un cattivo costume degli italiani è stato spazzato via da una maggiore sensibilità animalista, da una maggiore cultura civile dell'intera comunità, dalle battaglie di movimenti, di enti e associazioni che si sono date particolarmente da fare negli ultimi anni, dalle campagne anche televisive del governo. Fido non è più un randagio, malridotto e malandato, spesso anche malato, abbandonato ai margini delle strade con il rischio di essere travolto e ucciso o di causare un incidente stradale. La buona notizia arriva proprio nel momento in cui inizia l'esodo più importante dell'estate, quello in cui negli anni precedenti si conteggiava il maggior numero di abbandoni. Che sia un trend regionale lo confermano i canili delle due maggiori città dell'Umbria, Perugia e Terni.
"Sicuramente quel brutto fenomeno, almeno in questo inizio di anno, sembra essere stato cancellato - assicura Stefania Sebastiani della lega Antivivisezione italiana di Terni, che gestisce il canile di Monte Argento, dove sono ospitati 430 cani - Il numero più alto di abbandoni lo abbiamo registrato a maggio (8 casi), ma nei primi quattro mesi avevamo avuto solo 2 episodi... Insomma qualcosa sta cambiando e speriamo che il trend continui così..."
Si trovano ancora cani senza microchip e tatuaggi, di cui non è possibile individuare il padrone. Ma in genere si tratta di animali ben curati, ben nutriti, che probabilmente sono scappati e non hanno ritrovato la strada per tornare a casa.
"Il vero problema - assicura la professoressa Paola Matrigali Tintori dell'Enpa di Perugia che gestisce il canile di Collestrada (con più di 430 cani e 300 gatti) - non è quello dei randagi che in Umbria, per fortuna non ci sono, ma quello dei ‘cani vaganti', di animali cioè che per la mentalità sbagliata dei padroni, non vengono microchippati e non vengono tenuti come si dovrebbe..."
Il problema più grave, per la professoressa Matrigali Tintori, è un altro: quello dell'abbandono dei cuccioli.
"Una volta per la verità i cuccioli - spiega - venivano sbattuti contro il muro o li si affogava, per liberarsi di un impegno, di un problema. Ora il fenomeno è diverso: non si uccidono, ma si lasciano in uno scatolone accanto ai cassonetti o addirittura a pochi passi da un canile, in maniera che possano essere ritrovati. Bisognerà inventarsi qualcosa per risolvere anche queste problematiche che aggravano i costi di gestione dei canili..."
Corriere dell'Umbria Domenica 1° Agosto 2010

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