giovedì 3 marzo 2011

Umbria terra di santi e giocatori

Novanta milioni di euro tondi tondi. É la cifra spesa complessivamente in Umbria nello scorso mese di gennaio per lotterie, scommesse, gratta e vinci e giochi vari. Considerato che la popolazione è di circa 900mila unità, ogni umbro (compresi lattanti e vegliardi) ha consumato in media 100 euro nel primo mese dell'anno per tentare la sorte. In Italia hanno fatto di peggio solo Basilicata (dove sono stati spesi 46 milioni di euro: in media 78 euro a cittadino), Molise (33 milioni con una media pro capite di 103 euro) e Valle d'Aosta (13 milioni, in media 101 euro a testa).
In testa alla classifica delle regioni c'è largamente la Lombardia (dove sono stati spesi 1106 milioni con un costo a testa di 111 euro); seguono il Lazio (667 milioni, 117 a cittadino: la media più alta in Italia), la Campania (648 milioni, 111 euro pro capite). In termini percentuali, la regione dove si gioca e si scommette di meno è la Calabria: ogni calabrese, infatti, in gennaio ha tirato fuori poco più di 72 euro; seguono la Sicilia (con 74 euro a testa) e la Sardegna (spesa pro capite di 79 euro).
Complessivamente lo Stato ha incassato nel primo mese dell'anno quasi 5,9 miliardi di euro: +13,5% rispetto al gennaio 2010 che chiuse a 5,2 miliardi. In tutto l'Erario ha potuto contare su un introito di circa 816 milioni di euro, con una crescita del 2,25% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Complessivamente da giochi e scommesse, lo Stato ha guadagnato nel 2010 (fra prelievo e pagamento una tantum delle concessioni) qualcosa come 9,9 miliardi di euro, con una spesa complessiva per gli italiani che ha superato i 60 miliardi di euro. Insomma, se ognuno di noi avesse rinunciato a qualsiasi tipo di "tentazione" e avesse versato le somme spese direttamente nelle casse dell'Erario, avremmo potuto evitare un paio di manovre economiche.
Tornando all'Umbria, è interessante scandagliare come sono stati ripartiti quei 90 milioni di euro che in gennaio sono stati utilizzati per sfidare la fortuna. Apparecchi provvisori Con questa dizione si intendono sostanzialmente le slot machine che si trovano comunemente nei bar e nei luoghi di ritrovo. Gli umbri hanno "investito" in questo settore 55 milioni , ben più della metà di quelli spesi in totale. Le slot prevedono una giocata minima di 50 centesimi e massima di 2 euro; la vincita massima è di 200 euro. Bingo e scommesse ippiche Sono tipi di puntate che non piacciono particolarmente ai cittadini di questa regione. L'incasso, infatti, per la "tombola meccanizzata" si è fermato a un milione di euro. Medesima cifra è stata spesa per scommettere sui cavalli. Giochi a base sportiva Si tratta di giocate legate, appunto, ad avvenimenti di tipo sportivo: dal classico Totocalcio (che ha perso però molto del suo appeal che nei decenni scorsi ne faceva il sogno degli italiani: il famoso "13") al Totogol. E ancora scommesse a quota fissa sugli incontri di calcio, basket o altri sport, Big Match, Big Race e "Il 9", legato al Totocalcio che consiste nel pronosticare il risultato delle prime nove partite in schedina mediante i segni 1, X e 2. Per tutto questo, gli umbri nel mese di gennaio hanno speso complessivamente 5 milioni di euro. Lotterie Ben più consistente (14 milioni di euro, la seconda voce in assoluto) è la quota di denaro investita nell'acquisto di biglietti delle lotterie. In questa categoria rientrano non solo i tradizionali appuntamenti come la Lotteria Italia (il più famoso), ma soprattutto le cosiddette lotterie istantanee, i diffusissimi gratta e vinci che, declinati in molteplici forme, hanno in comune la caratteristica di far incassare immediatamente la vincita al giocatore. Lotto Il "contributo" dell'Umbria si ferma a 7 milioni di euro in un mese. Dopo la Lombardia che capeggia la speciale graduatoria con 89 milioni di euro spesi, segue ovviamente la Campania dove ne sono stati spesi 66. E i campani sono anche i cittadini che più hanno giocato al bingo: ben 27 milioni di euro, 5 in più di quelli spesi in Lombardia e in Sicilia. Giochi numerici a totalizzatore nazionale Secondo la definizione dei Monopoli di Stato, rientrano in questa categoria
"i giochi di sorte basati sulla scelta di numeri da parte dei consumatori all'atto della giocata, ovvero sull'attribuzione alla giocata medesima di numeri determinati casualmente, per i quali una quota predeterminata delle poste di gioco è conferita ad un unico montepremi, avente una base di raccolta di ampiezza non inferiore a quella nazionale, e che prevedono, altresì, la ripartizione in parti uguali del montepremi tra le giocate vincenti appartenenti alla medesima categoria di premi."
Al di là delle dizioni tecniche, si fa semplicemente riferimento a Superenalotto, Win for Life e Superstar. L'Umbria in gennaio ha contribuito con 3 milioni di euro. Giochi di abilità a distanza In inglese si utilizza il termine skill games , che comprende un insieme di giochi caratterizzati dalla maggiore prevalenza dell'abilità rispetto alla fortuna. Gli skill games possono essere praticati solo su siti on line gestiti da soggetti concessionari dei Monopoli e permettono in tutta legalità di giocare con denaro vero. Le vincite sono esentasse. Il più famoso e praticato è sicuramente il Poker Texas Hold'em che ha conosciuto un autentico boom da quando è arrivato in tv: addirittura c'è un canale satellitare dove si trasmettono in continuazione partite e tornei giocati in tutto il mondo. In Umbria sono stati spesi 4 milioni di euro; in Campania (la regione più attiva su questo fronte) addirittura 103. Conclusioni Agli umbri, dunque, piace giocare e scommettere, un po' di più della media nazionale che assegna ad ogni italiano una spesa in gennaio di circa 97 euro. Nella classifica generale per regioni, l'Umbria è al settimo posto, preceduta solo da Lazio, Lombardia, Campania, Abruzzo, Emilia Romagna e, di poco, Valle d'Aosta. Un risultato di cui andar fieri? Chissà, certo indice di una propensione al rischio che mal si concilia però con una certa qual parsimonia che contraddistingue gli abitanti di questa terra
Nicola Savino
Corriere dell'Umbria Martedì 1° Marzo 2011

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