sabato 27 settembre 2008

I 100 anni della Perugina

Perugia e cioccolato. Il binomio cosa può far venire in mente a un adolescente di oggi? "Eurochocolate". Forse. É meno probabile, però, che la risposta sia "Perugina". Più o meno da questa considerazione, tanto sommaria quanto reale, è partito un perugino, che fa il regista, l'attore e confessa di amare profondamente la sua città, Roberto Biselli, per arrivare alla conclusione che bisogna ricordare la "Fabbrica" della città, e quanto essa abbia dato a generazioni con la sua storia, di espansione ed emancipazione, nonché di accorpamenti e perdita d'identità.
Non è una riflessione che nasce svincolata dalle celebrazioni dei Cento anni della Perugina e da quanto si stia già facendo, a diversi livelli, per rispolverare la memoria, è comunque una riflessione che segue un suo progetto artistico originale, che si completerà con il debutto il 3 ottobre al Teatro della Sapienza di Perugia dello spettacolo "Il feroce Saladino", in replica fino al 5 ottobre.
Il lavoro è partito diverso tempo fa ed è stato presentato ieri, nelle sale della Provincia di Perugia, dal suo ideatore Roberto Biselli.
Con lui ex dirigenti, ex operai, ex sindacalisti ed ex proprietari, come Bruno Buitoni, intervenuto alla conferenza, per condividere una vicenda lunga un secolo che ancora agita gli animi e le menti.
Lo ha detto bene la "signora Rossana":
"Come ci siamo potuti dimenticare della Perugina? a Terni non lo hanno fatto con le acciaierie."
E così mentre sta per aprire il nuono asilo Perugina, regalato dalla Nestlè alla città, ci si chiede cosa è rimasto ancora di quel profumo di cacao, delle banane con il cartiglio dorato, del carrarmato e della Città della Domenica.
Ci sono, ancora. Ma non hanno lo stesso sapore, almeno per chi ha assaggiato quelli di allora. Può essere una delle tante risposte. Roberto Biselli, però, i fatti, come ciò che ci sta dietro, li è andati a verificare e a scavare, intervistando, e filmando, insieme a Matteo Svolacchia e Azzurra Fettucciari, i testimoni.
Hanno così raccolto più di cento ore di girato su quel pezzo di Novecento, hanno poi condensando tutto e unito a filmati d'epoca, per farne un video che è diventato (come si vedrà a teatro) la scenografia dello spettacolo.
Quindi "Il Feroce saladino" parla di ieri al pubblico di oggi con più linguaggi: tre monologhi in scena, (più la partecipazione di una fantomatica "Signora Rossana", la cui identità il regista non ha voluto svelare), interpretati da Francesco Moschini, Loretta Bonamente e Mauro Silvestrini.
I tre attori interpreteranno nell'ordine: un impiegato degli anni '20 (cioè il periodo del primo boom dell'azienda), un'operaia degli anni '50 ed infine un dirigente degli anni '60 e '70 che segue le ultime vicende dell'azienda prima dell'arrivo di Nestlè.
Alle immagini e alla parola si aggiunge, la musiche dal vivo di Giacomo Tosti "Giacobazzi". La drammaturgia è stata elaborata da un giovane autore, piemontese, Matteo Caccia conosciuto tra l'altro per i suoi programmi in onda su Radiodue e per diversi lavori a teatrali da autore, regista e attore.
Di recente, ha portato sul palcoscenico la vita di Luigi Malabrocca il ciclista salito agli onori della cronaca come "Maglia nera".
Pure questa una storia italiana del secolo scorso, come quella del Feroce Saladino, la figurina introvabile del Concorso Perugina negli anni Trenta.
Tanto seguito e popolare da far cambiare il palinsesto radiofonico della domenica.
"La Perugina - ha ricordato Biselli - ha precorso i tempi in tutto. É andata, come una donna di quell'epoca, verso l'emancipazione."
Non c'è dubbio: va ricordato e raccontato. E ad essere d'accordo sono in più: dall'assessore provinciale, Giuliano Granocchia, che ha intenzione di proporre il "documentario" agli studenti; fino alla Regione, al Comune di Perugia, al Teatro Stabile dell'Umbria, all'Isuc e all'Icsim che hanno sostenuto un lavoro fatto fatto di passione.
Oltre che di ricordi
Sabrina Busiri Vici
dal Corriere dell'Umbria Sabato 27 Settembre 2008

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