lunedì 21 luglio 2008

Pila: Il parco dell'Arringatore

Il parco dell'Arringatore si trova a Pila. Occupa la porzione inferiore del giardino, interamente recintato, che circonda Villa Umbra.
Un imponente muro di pietre lo separa dalla strada provinciale e il cancello d'ingresso è posto sulla Strada Pila-S.Martino in Colle.
La villa sorge sulle rovine del castello edificato nel XIV secolo dalla nobile famiglia dei Mansueti. Trasformata in residenza nel XVI secolo dal cardinale Francesco Armellini de Medici, per decenni vi soggiornarono le famiglie più importanti della città, fino al 1948, quando, col nome di Villa Umbra, fu trasformata in sanatorio per tubercolotici. Dopo un periodo di abbandono, negli anni '70, fu acquistata dalla Provincia che, lavorando al restauro per un decennio, nel 1993 la destinò a centro studi.
Dal 1997 è la sede della Scuola di amministrazione pubblica. Il parco è dunque di proprietà della Provincia che con una convenzione ha affidato la custodia e la manutenzione alla Pro-Pila, la locale pro-loco. In estate è aperto tutti i giorni, in inverno durante la settimana solo col bel tempo; l'orario di apertura è dalla mattina alle 8 fino alla sera (nel periodo estivo intorno alle 23).
La vegetazione è quasi totalmente costituita da pini domestici, numerosi esemplari adulti, di notevoli dimensioni, in ottimo stato vegetativo; compongono una pinetina che per la regolarità dell'impianto e la coetaneità delle piante parrebbe di origine artificiale, creata forse ai tempi del sanatorio.
Nel giardino è presente anche qualche esemplare di palma, un tocco di esotismo tipico della moda dell'800 e del '900. C'è un’area recintata, "Fantapilandia", con i giochi per bambini adatti alla diverse fasce di età. Ci sono poi le strutture create a supporto delle attività dell'Associazione, dalle sagre, agli spettacoli, ai laboratori.
L'Arringatore per chi frequenta le enoteche è il pluridecorato vino rosso Doc Colli Perugini delle Cantine Goretti. Per chi frequenta le biblioteche invece è un'imponente statua etrusca in bronzo risalente ai primi decenni del I sec. avanti Cristo, custodita al Museo archeologico nazionale di Firenze. Il manufatto è alto 182 cm e rappresenta un uomo maturo, vestito alla romana, con il braccio destro alzato, come se richiedesse il silenzio per parlare.
Dall'iscrizione sulla tunica si capisce che è una statua votiva offerta dalla comunità in memoria dell'etrusco Aulo Metello. Il rinvenimento della statua è un giallo archeologico che Enrico Francesco Monelli, uno dei soci fondatori della Pro-Pila, vuole svelare: "La statua fu trovata nel 1566 da Costanzo da Pila, lavorando come mezzadro la vigna del Moscatello, una proprietà della famiglia dei Mansueti a ridosso di Villa Umbra.
Il contadino la vendette a quel Danti orafo e collezionista d'arte cui è intestata l'omonima piazza del centro di Perugia. Uno dei suoi due figli, entrambi domenicani, era bibliotecario presso Cosimo I, Granduca di Toscana e così decisero di rivendergliela. La misero in una cassa, spezzando il braccio per poterla chiudere e raggiunsero nottetempo Sanguineto, vicino a Tuoro sul Trasimeno, dove c'era la dogana tra lo Stato pontificio e Granducato. Qui dichiararono di avere una statua in pietra anziché in bronzo, materiale non esportabile, dono del Papa al Granduca e, come religiosi, furono creduti sulla parola.
Ma i Mansueti scoprirono il furto del bene dissotterrato nella loro proprietà e fecero arrestare il Danti (scarcerato dietro 100 scudi di cauzione) e Costanzo (imprigionato dalla Camera Apostolica a Roma).
L'equivoco sul luogo di ritrovamento della statua nacque nel 1591 per uno documento apocrifo scritto da Giovanni Rondinelli, rappresentante a Cortona di Cosimo I, per scagionare il suo principe. Sosteneva che la statua era stata rinvenuta a Sanguineto, nelle terre toscane dei Mansueti, teatro della battaglia di Annibale e di numerosi ritrovamenti archeologici.
Illustri studiosi e copiose fonti però lo contraddicono. I possedimenti della nobile famiglia erano nel Perugino. Lo dimostra la presenza del loro stemma araldico (quattro mezzelune in uno scudo inquartato) negli antichi blasonarii cittadini, riprodotto a Villa Umbra, a Palazzo dei Priori e sulle pietre del muro a fianco dell'edificio della Sapienza in via della Cupa, come ha mostrato recentemente il professor Franco Ivan Nucciarelli dell'Università di Perugia." Altro fiore all'occhiello della XI circoscrizione è il percorso ciclopedonale, un asse di quasi 4 km che attraversa Strozzacapponi, Castel del Piano, Capanne. "E' stato inaugurato nel 2005 e ricalca il vecchio tracciato della ferrovia Ellera-Tavernelle" afferma il tecnico circoscrizionale Carlo Giubboni

Stefania Piccotti dal Corriere dell'Umbria

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