sabato 30 aprile 2011

Cachemire al sapor di cioccolato

Dal top del piacere del gusto al massimo del piacere del tatto: dal cioccolato al cachemire. Per contribuire attivamente a costruire nuovi eventi capaci di catalizzare turismo ma anche divulgare l'immagine di una regione dove la qualità è un elemento di vanto. Eugenio Guarducci nel giorno di Pasqua, in un momento di relax, guardando l'orizzonte marino da un terrazzo, ha dato corpo ad una nuova idea che, puntualizza subito, non vuole gestire in proprio ma piuttosto sottoporre al vaglio degli imprenditori, degli amministratori locali e dei tanti "commentatori" del declino del centro storico di Perugia perché, a suo avviso, sarebbe in grado di attirare sulla città e sulla regione l'attenzione di un pubblico d'elite.
"In realtà non stavo guardando il mare, stavo leggendo uno dei tanti articoli sulla progressiva desertificazione del centro. E ragionavo sul fatto che di "osservatori" ne abbiamo a bizzeffe mentre mancano i "propositori", chi si rimbocca le maniche e produce idee ed eventi. Per portare gente in Umbria e far "vivere" il centro storico ormai è necessario motivare le persone. Anche i recenti dati della Pasqua, l'abbiamo visto, non sono esaltanti. I Santi non bastano più, nel paniere dobbiamo mettere anche altre cose. La gente, per esempio, oggi come oggi, si informa dove c'è una grande mostra e poi decide di visitare la città che la ospita."
Leggendo il giornale davanti al mare, dunque, la vulcanica mente dell'architetto ha partorito una nuova idea: si tratta della "Settimana del Cachemire" o "Cachemire Week" (nome assolutamente provvisorio) per portare all'attenzione del mondo della moda ma soprattutto dei consumatori un distretto umbro ricco di aziende e di imprese che si occupano di questo filato di altissimo pregio con risultati straordinari, sia a livello nazionale che internazionale.
"In Umbria c'è un cumulo di saperi, in questo settore, che andrebbe maggiormente sfruttato, non soltanto per vendere più capi di abbigliamento ma per promuovere, insieme al cachemire, anche il territorio. Fare marketing territoriale. La regione è ricca di grandi aziende e di piccole esperienze laboratoriali artigianali. In pratica si dovrebbe seguire lo stesso percorso fatto con il cioccolato: far diventare Perugia e l'Umbria capitale del cachemire, partendo dalle industrie del luogo per allargarsi poi ad altre presenti nel Paese e all'estero. É possibile raccontare la geografia, la storia, le tecniche di questo filato di pregio. C'è tanto da esplorare, c'è un settore da rendere dinamico. E oltretutto, al di là delle sfilate di Milano e di Firenze, ossia dei saloni di moda generalisti, per questo settore specifico non esiste nulla di simile, nessuno ancora ha mai realizzato un appuntamento specialistico, cosa che potrebbe richiamare non solo gli operatori del settore ma anche un bel po' di pubblico."
Un pubblico diametralmente opposto a quello del cioccolato, dal target medio alto non da file al minimetrò, capace però di riempire gli alberghi e il centro storico in un periodo morto come può essere quello di inizio inverno.
"L'idea è dare una cornice raffinata al distretto del cachemire che non è stato ancora contraddistinto da alcun marchio, non fa ancora gioco di squadra ma solo individualismi che, sia ben chiaro, è bene ci siano. Però esistono momenti in cui andrebbero superati per portare avanti un'operazione capace di fare del bene a tutti."
La "Settimana" diventerebbe una vetrina per le aziende, per i laboratori artigianali, per i faconisti ma farebbe anche vivere altri comparti, come quello turistico-ricettivo, i servizi per gli allestimenti, gli studi grafici, i bar, i ristoranti, i musei. Niente capannoni, nessuna tensostruttura per Corso Vannucci ma locations eleganti come i saloni di palazzi nobiliari oppure la Rocca Paolina. La prima parte della manifestazione dovrebbe essere dedicata agli addetti ai lavori, ai produttori e ai venditori, ai bayers, agli opinion leaders; la seconda parte, dal venerdì alla domenica, al pubblico amante dei golf e dei cappotti più morbidi del mondo.
"La mia è solo un'idea, una proposta lanciata agli operatori"
conclude Guarducci
"Sarebbe meglio che l'iniziativa venisse fatta propria e realizzata da qualche altro soggetto, ovviamente esterno alle aziende, perché nei miei confronti potrebbero esserci dei pregiudizi, qualcuno che storce il naso. Se comunque dovesse servire il nostro know how nel costruire il progetto la mia società è a disposizione. Ma potremo benissimo essere semplici spettatori anche perché, avendo interessi nel ramo alberghiero, se nasce un evento importante a Perugia noi siamo i primi ad essere felici"
Anna Lia Sabelli Fioretti
Corriere dell'Umbria Venerdì 29 Aprile 2011

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