lunedì 13 settembre 2010

I vandali costano mezzo milione all’anno

É una sfida quotidiana, quella che viene combattuta con il miraggio di presentare la città pulita. Una sfida paradossalmente impopolare, perché più si pulisce e più ci sarebbe da pulire. Una sfida che costa mezzo milione di euro all'anno, che il Comune potrebbe altrimenti destinare a ridurre la Tia, la vituperata tariffa di igiene ambientale, o a incentivare ulteriormente gli interventi finalizzati al mantenimento del decoro pubblico.
Invece quei 500mila euro se ne vanno così, quasi in fumo, visto e considerato che se tutti - cittadini in primis - facessero la propria parte non ci sarebbe bisogno di destinare addetti alla bonifica le banchine delle strade dai sacchetti di rifiuti abbandonati, né squadre di operai alla ripulitura di muri e monumenti "affrescati" da discutibili opere d'arte. Potrebbero fare dell'altro, questi addetti, anziché impegnarsi in questa lotta spesso impari, che tuttavia sta dando i primi risultati sotto forma di sanzioni comminate ai cittadini scorretti.
Da gennaio sono state infatti elevate 43 multe nei confronti di chi scambia le strade per discariche a cielo aperto, fregandosene altamente sia della presenza dei comuni cassonetti, che delle riciclerie, che della possibilità di chiedere il ritiro gratuito dei rifiuti ingombranti (Filo diretto Gesenu al numero telefonico 075 5899072). Invece fuori dai cassonetti c'è di tutto, sulle rampe di accesso al raccordo autostradale altrettanto. Per non parlare del campionario di elettrodomestici rotti, vecchi computer, lavandini o water che si possono "ammirare" in molte strade vicinali e di periferia. Contro questo genere di comportamenti opera una piccola squadra di "guardie" ecologiche, che il Comune ha chiesto a Gesenu di incrementare: a causa dell'approdo alla pensione di due di loro, sono rimasti in tre, per cui c'è bisogno di tornare a una dotazione almeno di cinque.
Gli ausiliari di polizia ambientale, così si chiamano, sono equipaggiati di auto, telefono e macchina fotografica e la loro mansione è quella di reprimere, insieme naturalmente alla prevenzione e all'informazione sulle pratiche corrette in tema di rispetto dell'ambiente e del decoro. Perché è inutile far finta di niente di fronte a cassonetti tenuti aperti con un asse di legno, in modo tale che vi si possano lanciare buste di rifiuti direttamente dall'auto.
Con il risultato che, se la mira non è quella giusta, l'immondizia resta sulla strada a disposizione di animali disperati in cerca di cibo, che aprono i contenitori e ne sparpagliano ovunque il contenuto. Così come è inquietante pensare agli "artisti" che non vanno a creare i propri graffiti negli spazi messi a disposizione dal Comune, ma trasformano in "tela" qualsiasi muro, monumento o saracinesca di garage. Tutto questo costa mezzo milione di euro all'anno, a prescindere dal fatto che è fisicamente impossibile intervenire nei tempi giusti in ogni zona della città e del territorio comunale in cui vengono segnalati problemi.
"Ciò che possiamo fare - spiega il vice sindaco Arcudi - lo facciamo, anzi cerchiamo ogni giorno di fare di più. Quest'anno per esempio abbiamo deciso di far passare squadre di addetti alla raccolta dei rifiuti subito dietro le macchine che tagliano l'erba sulle banchine delle strade. Altrimenti il taglio dell'erba era inutile. Lavoriamo in sinergia con Comunità montana, Gesenu, vigili urbani e cantiere comunale e devo riconoscere che dei risultati sono stati raggiunti."
In prospettiva, tuttavia, c'è un potenziamento di questo settore, sia per ciò che riguarda gli interventi che per il risvolto legato alle sanzioni. Allo studio c'è la proposta di triplicare l'importo delle sanzioni, che da 50 dovrebbero passare a 150 euro. Nel frattempo, prosegue il lavoro di sorveglianza delle zone a maggior rischio di "lasciti" abusivi e di raccolta delle segnalazioni che possono arrivare anche dai cittadini responsabili.
Da gennaio, fra siti rilevati attraverso il controllo e interventi suggeriti dalla gente, gli interventi sono stati 58; in alcune circostanze si è trattato anche di bonificare aree in cui era presente dell'eternit. In altre 18 circostanze, Gesenu ha provveduto a riportare alla normalità immobili fatiscenti di proprietà pubblica o strutture per le quali un'ordinanza comunale aveva obbligato i proprietari al ripristino di un minimo di decoro
Mauro Barzagna
Corriere dell'Umbria Lunedì 13 Settembre 2010

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