venerdì 18 febbraio 2011

Federalismo Fiscale: ecco un po’di conti

Mentre a Roma, tra accelerazioni e frenate, i parlamentari mettono a punto le norme che daranno contenuto al federalismo municipale, anche in Umbria famiglie e piccoli imprenditori cercano di capire se la rivoluzione farà bene o male alle loro tasche. Calcoli virtuali, perché a fare i conti, insieme a loro, sono anche gli amministratori degli Enti locali. E saranno questi ultimi, come vuole il principio federalista, a decidere quanto gravoso sarà il prelievo fiscale.Il nuovo sistema prevede infatti la devoluzione a favore dei Comuni della fiscalità immobiliare e del gettito derivante dalla cedolare secca sugli affitti. I tradizionali trasferimenti ai Comuni non arriveranno più dal capitolo "Trasferimenti agli Enti locali" in capo al ministero dell'Interno, ma da un fondo alimentato dal gettito dell'imposta di registro, di bollo, dall'imposta ipotecaria e catastale, dai tributi catastali speciali, dall'Irpef relativa ai redditi fondiari e dalla cedolare secca sugli affitti. Ma la vera autonomia finanziaria i Comuni l'avranno con la nuova imposta, denominata Imu (Imposta municipale unica) che raggrupperà le attuali tasse comunali quali l'Ici e l'addizionale Irpef. Facoltativa (ma col rischio reale che venga introdotta) l'imposta comunale secondaria che sostituisce Tosap, Cosap e tasse pubblicitarie.Se non fossero previsti incrementi, ai Comuni umbri capoluogo di provincia andrebbe male, come dimostra una simulazione
"Il passaggio dall'Ici all'Imu può pesare per alcune miglia di curol'anno ad azienda in base al comune"
del sen. Marco Stradiotto (Pd). A Perugia, la differenza tra gettito delle imposte e tasse devolute con i trasferimenti statali ottenuti nel 2010 vedrebbe un calo delle risorse disponibili pari a 786.830 euro (circa il 2%). Con 289 euro di imposte per abitante a fronte dei 293 euro di trasferimenti statali secondo il meccanismo attuale. Peggio a Terni, dove si perderebbero 9.720.740 euro (con un gettito pro capite di 234 euro e trasferimenti per 321). Numeri che in teoria si prestano ad un'altra lettura: gli abitanti delle due città pagherebbero meno, se i rispettivi Comuni fossero in gradi di far fronte alle minori entrate riducendo le spese.Al nuovo meccanismo fiscale guardano con apprensione anche i piccoli imprenditori, riuniti nella Rete Imprese Italia. Da una prima lettura del nuovo decreto sul federalismo municipale, è l'allarme lanciato dal direttore provinciale di Cna Perugia, Roberto Giannangeli, emerge
"un alto rischio dell'aumento della pressione fiscale sulle imprese."
Aumento che le imprese non riuscirebbero a reggere.
"Il passaggio dall'attuale aliquota Ici alla Imu prosegue Giannangeli - potrebbe comportare un ingente aggravio fiscale sugli immobili strumentali posseduti dalle imprese, contribuendo in maniera importante ad aggravare una situazione non facile."
Un aggravio che per ogni impresa rischia di superare alcune migliaia di euro, a seconda del Comune nel quale si trova.Cna invita quindi gli Enti, ad ogni livello, a ridurre la spesa pubblica, voce a cui la pressione fiscale è legata. Questo sarebbe l'effetto positivo atteso dal federalismo.
"Ci sembra che in quest'ottica - conclude il direttore Cna - si stia già muovendo la Regione Umbria, ad esempio con il progetto di riorganizzazione delle Comunità montane. Ma in tale processo devono essere coinvolte tutte le Istituzioni, a partire dalla Provincia e dai Comuni, arrivando alle Agenzie regionali."
Si fanno i conti delle tasse da pagare Perugia
-2% la differenza tra gettito delle imposte e tasse devolute con i trasferimenti relativi all’anno 2010 a Perugia. In valori assoluti, tale differenza è pari a 786.830 euro.
Terni-27% La differenza tra gettito delle imposte e tasse devolute con i trasferimenti relativi all’anno 2010 a Terni.
In valori assoluti, tale differenza è pari a 9.720.740 euro. Uffici e studi privati 477 559 81 779 302 338 -139negozi e botteghe 740 866 126 1.208 468 524 –216 Magazzini e depositi 491 574 84 801 310 348 –143 Laboratori arti e mestieri 217 254 37 354 137 154 –63 Opifici 798 935 136 1.303 505 566 –233 Alberghi e pensioni 349 409 60 570 221 247 –102 Teatri e cinema 42 49 7 68 26 30 –12 Altri fabbr. industriali 866 1.014 148 1.414 548 614 –253 Altri fabbr. commerciali 782 916 133 1.277 495 554 –228
Totale immobili imprese 4.763 5.575 812 7.775 3.012 3.374 -1.389
Fonte: elaborazione Rete Imprese Italia su dati Agenzia del territorio e Ifel

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