In questo modo verrà data attuazione a quanto previsto dalla legge di riordino approvata di recente a palazzo Cesaroni, in accordo con la necessità sempre più impellente di snellire e semplificare le procedure, oltre che - soprattutto - generare forme di risparmio dei costi di gestione delle strutture pubbliche.
“La definizione della nuova strutturazione delle comunità montane dell’Umbria - hanno commentato l’assessore regionale alle Riforme istituzionali, Vincenzo Riommi, e il vice presidente della giunta regionale e assessore alle Politiche agricole Carlo Liviantoni - rappresenta un’ulteriore e fondamentale tappa per l’attuazione della legge regionale di riforma, entrata in vigore nelle scorse settimane”La valutazione da parte dei due esponenti della giunta Lorenzetti giunge all’indomani dell’acquisizione da parte della Regione delle risposte elaborate e inviate dai Comuni, relativamente alla suddivisione del territorio regionale in cinque zone omogenee.
La proposta di ripartizione, secondo quanto spiega un comunicato della giunta regionale, verrà ora trasmessa al consiglio delle autonomie locali per l’acquisizione del relativo parere, poi approderà sui banchi del consiglio regionale, dove si prevede che venga discussa intorno a metà settembre, in modo tale da dare attuazione nel minor tempo possibile a un progetto di riordino efficace non solo nella forma ma anche nella sostanza.
“Con la suddivisione degli ambiti territoriali - rilevano gli assessori Riommi e Liviantoni - si va verso la conclusione dell’iter della legge regionale con cui la Regione Umbria, riducendo il numero delle comunità montane da nove a cinque, ridefinendone i territori e riducendo inoltre i componenti degli esecutivi e le relative indennità, ha anticipato, all’insegna dell’innovazione, i processi di riordino imposti dalla legge finanziaria 2008. Nelle prossime settimane si avvierà la costruzione dei nuovi enti”. “La piena attuazione della legge regionale - concludono Riommi e Liviantoni - rilancerà il ruolo delle comunità montane nell’accrescere e rafforzare lo sviluppo locale, in particolare nelle zone montane marginali, e consentirà ulteriori riduzioni di costi e il miglioramento dei servizi”.
dal Corriere dell'Umbria
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