domenica 1 febbraio 2009

T-red, verrà l'ora del rimborso?

Giustizia è fatta. O almeno, si sta facendo.
Il commento dei perugini sull'inchiesta che si è abbattuta sui T-red è praticamente unanime.
I semafori installati a Perugia, stando all'accusa mossa dalla magistratura di Verona, potevano essere manipolati e modificati (dal tempo di durata del giallo al direzionamento dell'occhio elettronico) senza colpo ferire.
"Una truffa che era già sotto gli occhi di tutti - spiega Lamberto Morlupi - e che palesa la vergognosa gestione della città e della mobilità in generale.
Questa storia delle multe era davvero assurda, centinaia e centinaia di perugini si sono dovuti assumere l'onere di risanare il buco del bilancio comunale a colpi di balzelli.
Speriamo che ora qualcosa cambi, anche se ho poca fiducia in chi conduce le indagini."
Francesco Mattioni è una delle 35mila vittime dei semafori, fotografato qualche mese fa in via Martiri dei lager.
"Sono davvero contento per quello che sta succedendo.
Il sistema dei T-red non è altro che un modo per far cassa a scapito degli automobilisti.
Oltre ad aver pagato la multa mi sono ritrovato anche con sei punti in meno sulla patente: il risanamento del bilancio cittadino non può passare per un così forte danneggiamento dell'utenza."
Stando alle accuse dal pm veronese Valeria Ardito pare che molti semafori fossero stati regolati in modo tale da presentare una luce gialla di durata inferiore ai quattro secondi, così da impedire l'arresto dei veicoli in condizioni di sicurezza.
"Questa anomalia era evidente a tutti - sottolinea Tiziana Grillo - e pur non avendo mai preso multe ora spero che le vittime di questo sistema perverso possano venire risarcite."
Paolo Garaofanini è stato più volte "beccato" dal T-red, e ora attende fiducioso l'esito del ricorso.
"Immagino che se si dovessero ritenere nulle tutte le multe fatte dai semafori, il buco nelle casse del Comune diventerebbe così grande da far spavento - spiega sorridendo - tuttavia è giusto risarcire chi è vittima di una frode, sempre."
Dello stesso parere anche Mattia Giacometti, giovanissimo e fresco di patente:
"Non ho mai beccato una multa, ma lo sanno tutti che i T-red sono un meccanismo per far cassa.
Spero che tutta questa storia possa risarcire gli automobilisti."
Giorgio è un commerciante del mercato coperto, e spiega che
"il problema riguarda tutta la mobilità cittadina.
Gli errori che sono stati fatti sono troppi, è tempo che le cose tornino al loro posto.
I parcheggi non si trovano e sono carissimi, il minimetrò è sempre vuoto, il centro storico è stato dimenticato da tutti: la bufera che si è abbattuta sui semafori riuscirà a cambiare questo stato di cose?"
Mentre il Comune si costituisce parte civile, si fanno sempre più dirette le accuse dei cittadini nei confronti del Palazzo:
"Un sistema per rallentare la velocità e garantire la sicurezza di chi viaggia in auto era ed è tuttora necessario - spiega Jacopo Rossi - ma sono rimasto profondamente deluso dalla gestione delle problematiche emerse nel tempo."
Rolando Garofanini, la multa del T-red, ce l'ha ancora nell'auto:
"L'ho presa nel mese di luglio - racconta mostrando la ricevuta - e l'ho regolarmente pagata.
Ora però spero di essere risarcito: se davvero i semafori non erano omologati non è giusto che a rimetterci siano i cittadini onesti."
Anche Antonio Miloni, barista del centro storico, ha preso (e pagato) la multa.
E ora attende lo sviluppo delle indagini per capire cosa fare.
Così come sta facendo Susanna Giacometti e i tanti altri perugini che sperano di "rifarsi" su quel benedetto giallo troppo, troppo breve.
Ma non sono soltanto gli automobilisti a sperare.
Silvana Minciarelli, ad esempio, non rinnova la patente da ormai diversi anni,
"ma spero ugualmente che questa indagine renda giustizia alle vittime dei T-red.
Non si possono risanare i buchi di bilancio passando sopra ai diritti elementari dei cittadini.
É giusto che chi ha sbagliato paghi e che chi è "
cascato
" nelle maglie di questo sistema truffaldino venga risarcito."
Il sogno di tutti, dunque, si chiama ora "rimborso".
Una parola che ricorre negli sfoghi e nei racconti di tutti, multati o meno.
"a fronte di tutto il polverone che si è alzato intorno a questa storia io spero solo che venga fatta giustizia - si sfoga Franco Del Frate - e mi auguro soprattutto che finalmente in questa città le cose possano cambiare"
Federica Grandis
Corriere dell'Umbria Sabato 31 Gennaio 2009

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