sabato 28 marzo 2009

Crisi anche al videonoleggio

"Bambole, non c'è una lira" esclamava, nel dopoguerra, un capocomico del varietà. Cambiati i tempi, le circostanze (e la moneta), la stessa frase vale, oggi, in molti campi dell'economia.
Specie nell'ambito del videonoleggio, dove la crisi colpisce in modo pesante e indiscriminato. Limitandoci ai due soggetti più attivi e presenti in città (Blockbuster e Studioemme), osserviamone le condizioni.
Perché diverse sono le modalità di rapporto e i prezzi praticati agli utenti. Per noleggi a breve termine, è più a buon mercato la Studioemme, che però applica tariffe diversificate a seconda del profilo di appartenenza: base, argento e oro.
La tessera è gratuita e il piano tariffario prevede risparmi a favore di chi attua ricariche più consistenti.
Insomma, la più conveniente è la tariffa "oro", riservata a chi ricarichi da 50 euro in su. Per 6 ore, si pagano euro 1,35; per 12 ore, 1,75; entro le ore 24 del giorno successivo, euro 2,55. Per ogni giorno di ritardata consegna, si applica la tariffa aggiuntiva di 3 euro. Come si vede, il noleggio più favorevole è quello a sei ore. Tempo più che sufficiente per fare la copia e vedersi in seguito il film con comodo. O anche per passarlo ad amici, che ne usufruiscono a costo zero. Ultimamente, dicono gli esperti, le protezioni contro la copia si sono fatte più efficaci. Ma in internet circola software gratuito, capace di spuntarla in ogni caso. Per la tariffa "argento", con ricariche di 20 euro, il nolo è più caro di 20-40 centesimi. Penalizzata la tariffa "base", con ricariche da 5 a 10 euro, che paga notevolmente di più. Logico, dato che la tessera scalare con ricarica elevata è un fido che si paga con notevole anticipo rispetto al momento dell'effettiva fruizione del servizio.
E si deve pur avere qualche facilitazione. Il noleggio da Blockbuster è più caro, ma consente di tenere il film per più giorni. Esistono poi formule risparmio noleggiando due/tre film. Insomma: la scelta di Blockbuster è preferibile per i non-copiatori, che vedono con calma lo spettacolo sul supporto originale.
E che spesso noleggiano più film contemporaneamente: siano essi novità o classici. Blockbuster, inoltre, ha molte copie delle novità, in modo da poter soddisfare numerose richieste in contemporanea.
Studioemme ha normalmente una copia per distributore e talvolta occorre attendere il turno. Ma si può noleggiare prenotando anche per via telematica. Il negozio Blockbuster di via Vecchi - l'unico, di questa catena, in città - tende a fare una politica di fidelizzazione.
Ed è impostato secondo una logica commerciale a largo spettro. Infatti al suo interno ci sono videogiochi, distributori di bibite e patatine, snack e gelati. Il cliente, insomma, entra, guarda, gira e poi sceglie con calma. Il rapporto con Studioemme è più posizionato sulla macchina. Che qualche volta s'inceppa, per problemi di software. E richiede manutenzione. La casa madre di Ponte Felcino e la sede centrale cittadina di via Campo di Marte dispongono invece di personale gentile e competente.
Gli altri distributori vedono l'operatore solo per il cambio delle copie e per ritirare il denaro. Operazione frequente, dato che, ultimamente, è accaduto che l'incasso fosse sottratto con manomissione delle macchine.
Si possono acquistare film usati da entrambi i distributori, spesso a prezzi stracciati. Poco, rispetto ai costi. Ma va considerato che sono copie giunte al termine dello sfruttamento del noleggio. Il cinema, si dice, tira di meno. Le multisale non sono sempre attrattive. Ma il fatto è che la crisi si fa sentire comunque. Il calo del fatturato del noleggio (intorno al 30/40 per cento nell'ultimo biennio) la dice lunga su come stiano effettivamente le cose.
Da Blockbuster bocche cucite e consiglio a rivolgersi all'Ufficio stampa di Milano. Ma la crisi è evidente: inutile nasconderla. Che poi la colpa sia dello scaricamento dal web o di scelte alternative come i social network - Facebook in primis - è un altro paio di maniche.
Certo è che il settore sta per fare il botto

Sandro Allegrini
Corriere dell'Umbria Sabato 28 Marzo 2009

Nessun commento:

Posta un commento