In pochi, anche quest'anno, sembrano infatti disposti a rinunciare al tradizionale menu pasquale.
Un pranzo, e questa è la bella notizia, la cui spesa complessiva sarà più sostenibile rispetto al 2008. Parola di Adoc, l'associazione dei consumatori, secondo la quale i prezzi di carne e uova di cioccolata sarebbero in calo del 2% circa.
Ma che dire delle tavole dei perugini? Cosa mangeranno e quanto spenderanno domenica prossima le famiglie che si riuniranno per il tradizionale pranzo? Così come avviene in quasi tutta l'Umbria, in molti, di prima mattina, mangeranno i prodotti benedetti in parrocchia il sabato santo.
Su tutti spicca la Pizza di formaggio o torta salata, deliziosa specialità umbra al formaggio, che si vende tutto l'anno ma nasce come prodotto squisitamente pasquale. Fino a pochi anni fa la torta veniva fatta in casa, ma oggi quasi tutti scelgono di acquistarla in forni e pasticcerie.
Il prezzo varia poco: si va dai 9,8 ai 10 euro al chilo.
E considerando che una torta media pesa un chilo e mezzo, la spesa si attesta intorno ai 15 euro al pezzo. Con la torta al formaggio di norma si mangia il capocollo: prezzo medio, per l'acquisto in macelleria, 15 euro al chilo. Terminata la colazione, aperte le uova e placati gli entusiasmi dei bimbi, si passa quindi alla preparazione del pranzo. A farla da padrone sulle tavole pasquali sarà sua maestà l'agnello. Anzi, l'abbacchio, per essere più corretti, che corrisponde ad un agnello da latte con un mese di vita dal peso medio di cinque chili.
"Come tradizione vuole, l'agnello, anche a Perugia, si mangerà arrosto oppure fritto", spiega Rinaldo Gerbi, macellaio storico del cuore dell'acropoli.
Comprare l'abbacchio in uno dei punti vendita più antichi della città costa 18 euro al chilo, e il prezzo scende e si arriva a 12 euro se l'agnello viene comprato intero.
Sono naturalmente ancora pochi ad aver acquistato la pregiata carne, ma il macellaio assicura di aver ricevuto già numerose prenotazioni.
Nessun calo, dunque: salvo ripensamenti in pochissimi rinunceranno al simbolo pasquale per antonomasia. Sui dolci la tradizione perugina offre una vasta varietà di scelta: la ciaramicola, anzitutto, il tipico dolce cittadino a base di alchermens, glassa di zucchero e confettini multicolori.
Molte sono le notizie che indicano come questo dolce fosse già preparato nelle case perugine secoli addietro: alcuni ritengono addirittura che la sua forma con le cinque sfere rappresenterebbe la piazza con la fontana Maggiore al centro e le quattro porte della città, con i confetti colorati a raffigurare simbolicamente i cinque rioni di Perugia.
"Storia a parte, comunque, il prezzo medio per questo dolce è 10 euro al chilo", come spiega la signora Donatella di Cofopa.
Chi invece sceglierà la colomba, acquistandola in pasticceria, spenderà al chilo dai 9 ai 14 euro, a seconda che opti per la classica, per quella farcita al cioccolato o per la specialità con fichi e noci proposta dal negozio "Dolce Perugia".
Tavole pasquali ben imbandite malgrado la crisi, dunque: i perugini non sembrano intenzionati a rinunciare alle tipicità del periodo. Ma per molti sarà una Pasqua anche all'insegna della solidarietà.
Tanti i cittadini che aderiranno alle campagne che stanno partendo in queste ore, donando ai terremotati dell'Abruzzo parte dei soldi destinati alle uova di cioccolata
Federica Grandis
Corriere dell'Umbria Mercoledì 8 Aprile 2009
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