Una stagione che vede Perugia e centri come Foligno, Assisi e Terni collocarsi quali mète ambite dai vari artisti per sondare, molto spesso in anteprima, gli umori del pubblico.
Una stagione che contribuisce a rendere più "pop" nel senso più autentico di "popular", un termine abusato sino alla noia che è la cultura.
Eppure di cultura, o di subcultura giovanile, nella fattispecie in quell'ampia branca che annette i fenomeni di costume, (i grandi raduni, le aggregazioni di grandi masse), si tratta e forse come tale non è mai stata considerata fino in fondo.
Nemmeno da chi di questo circuito virtuoso che contribuisce a fare di Perugia la città della musica, fruisce come ritorno di immagine.
A fronte infatti di una stagione che a volte non può tirarsi indietro nelle scelte "coraggiose" e nel rischiare in proprio eventuali flop, appare sempre meno convinta la partecipazione degli enti locali all'opera meritoria della Musical Box di Sergio Piazzoli.
Tanto che, e questo è un vero peccato, lo stesso Piazzoli, si è dovuto "limitare" nella propria progettualità di fondo e nel coinvolgimento di pop-star di prima grandezza, per cui necessitava di qualche garanzia finanziaria in più.
Detto questo, si chiude questa sera con il concerto di Tiziano Ferro la stagione del ventennale, festeggiata senza particolari fasti ma più che altro con un cartellone che ha saputo coniugare le ragioni del botteghino a quelle del cuore e della qualità.
E, per quanto riguarda proprio quest'ultima caratteristica, quella di Tiziano Ferro si conferma quale una delle scelte più "azzeccate".
Il suo tour, partito il 19 aprile scorso da Rimini, si preannuncia fastoso, grande, assolutamente da non perdere.
La sua è una produzione decisamente hi-tech con due ballerini acrobatici, due coriste, una buona band e ventiquattro brani che confermano quanto Ferro abbia decisamente contribuito a far voltare pagina alla canzone italiana, l'unico che recepisce il grande passato melodico e armonico della canzone italiana e lo stravolge, lo scompone e lo ricompone a suo piacimento seguendo traiettorie diverse e innovative, in una meritoria opera di sdoganamento dell'arte della melodia.
E a proposito della sua atavica paura dello stare in scena, Ferro, nel corso di questa prima parte del tour, sta dimostrando gradualmente di avere tutte le caratteristiche di un front-man, di una individualità che sa prendersi i suoi rischi in prima persona, sia nelle scelte melodico-armoniche che in quelle di un'espressività che a volte si fa più ombrosa e scura, a volte esplode in una solarità incontenibile.
Appuntamento questa sera al PalaEvangelisti
Claudio Bianconi
Corriere dell'Umbria
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