Una trafila di situazioni che, piano piano, portano alla chiusura dell'attività della sala cinematografica e all'utilizzo sporadico del teatro.
Ogni anno tra fine agosto e primi di settembre le proiezioni al Pavone riprendevano a pieno ritmo sotto la gestione della Cinegatti.
Quest'anno, invece, la sala manca all'appello perché i Gatti (Mirco e Mauro) se ne sono andati e l'Accademia del Pavone, proprietaria del teatro, non ha ancora deciso chi lo gestirà.
Dopo sette anni la Cinegatti ha lasciato il campo libero, con una disdetta data ad aprile; da allora l'incarico non è stato sottoscritto da nessun altro.
Proposte? Diverse. Tra queste va ricordata l'idea lanciata dall'assessore Andrea Cernicchi, proprio qualche mese fa dalle pagine del Corriere, di coinvolgere il consorzio Abn.
La proposta è naufragata, gli accademici non l'hanno presa in considerazione. Un altro progetto, ora sopra al tavolo della presidente dell'Accademia Nives Tei, è stato invece presentato dall'associazione Zero in condotta con la collaborazione della Casa delle culture, rispettivamente rappresentate da Alessandro Riccini Ricci (cinefestival Batik) e da Riccardo Bizzarri (cinema Zenith).
Riccini Ricci vorrebbe la sala, non come esercente, ma come operatore culturale: partendo quindi da proiezioni per poi diversificare l'offerta e connotandola in modo ben distinto da una multisala.
La linea artistica sembra piacere alla propietà ma sul lato economico non c'è ancora accordo. Il Pavone ha, infatti, potuto contare finora sull'entrata di una affitto mensile, pagato dalla Cinegatti, di oltre 4mila euro al mese.
É stato questo, insieme agli alti costi fissi (20mila euro all'anno) e al calo dello "sbigliettamento", a far tracollare i conti degli esercenti che sono passati da un'entrata di 170mila euro registrata nella stagione 2007/'08 ai 100mila di quest'anno.
Troppo pochi per continuare. Così Mirco e Mauro Gatti ora stanno traslocando nel nuovo cinematografo comunale Sant'Angelo che riaprirà per la nuova stagione il 13 settembre con una serata evento dai contenuti "a sorpresa".
Per non incorrere in analoga sorte, il progetto di Riccini Ricci punta a risparmiare sul prezzo di affitto, considerando anche la flessione nazionale registrata dal settore, e prevede come condizione necessaria la diversificazione dell'offerta.
Nives Tei tace. Almeno per ora. L'unico, invece, che cerca di muovere le acque è l'assessore regionale alla cultura Silvano Rometti che annuncia un tavolo di confronto per sensibilizzare le amministrazioni, Comune e Provincia, sulla questione "Pavone"; cerca nuove garanzie da dare agli Accademici e azzarda la possibilità di un contributo, pescando dalla legge 17, indirizzato a progetti culturali che riguardino il teatro.
E per dare il buon esempio, Rometti fa presente che sono già stati stanziati 200mila euro dal Puc (Piano urbano complesso) per i lavori di copertura del tetto del teatro.
Se l'assessore Rometti si muove, i suoi colleghi Tarantini (Comune) e Donatella Porzi (Provincia) sono ancora fermi.
O meglio, si dichiarano per ora attenti a ricostruire il contesto prima di parlare o prendere decisioni.
Per il Comune, poi, la questione è molto delicata: del resto si tratta di continuare a giustificare 50mila euro dati all'Accademia (2008) a titolo di affitto spazi.
Ma c'è chi obietta: sembra piuttosto un contributo all'attività di privati e, in un bilancio 2009 che ne stanzia complessivamente 50mila per tutti gli operatori culturali, potrebbe far discutere.
Cosa resta alla città? Un teatro storico chiuso, o aperto a singhiozzi. E un'altra sala cinematografica del centro storico dismessa. Eppure una soluzione c'è: l'Accademia decide trattare, rinuncia ad alcuni privilegi e abbassa un affitto ormai da teatro Sistina
Sabrina Busiri Vici [emptytag]perugia - Tutti lo vogliono, a nessuno lo danno. Sembra uno stornello, in verità è l'amara sintesi per raccontare una vicenda che si trascina da tempo sul teatro più antico e nobile della città: il Pavone.
Una trafila di situazioni che, piano piano, portano alla chiusura dell'attività della sala cinematografica e all'utilizzo sporadico del teatro.
Ogni anno tra fine agosto e primi di settembre le proiezioni al Pavone riprendevano a pieno ritmo sotto la gestione della Cinegatti.
Quest'anno, invece, la sala manca all'appello perché i Gatti (Mirco e Mauro) se ne sono andati e l'Accademia del Pavone, proprietaria del teatro, non ha ancora deciso chi lo gestirà.
Dopo sette anni la Cinegatti ha lasciato il campo libero, con una disdetta data ad aprile; da allora l'incarico non è stato sottoscritto da nessun altro.
Proposte? Diverse. Tra queste va ricordata l'idea lanciata dall'assessore Andrea Cernicchi, proprio qualche mese fa dalle pagine del Corriere, di coinvolgere il consorzio Abn.
La proposta è naufragata, gli accademici non l'hanno presa in considerazione. Un altro progetto, ora sopra al tavolo della presidente dell'Accademia Nives Tei, è stato invece presentato dall'associazione Zero in condotta con la collaborazione della Casa delle culture, rispettivamente rappresentate da Alessandro Riccini Ricci (cinefestival Batik) e da Riccardo Bizzarri (cinema Zenith).
Riccini Ricci vorrebbe la sala, non come esercente, ma come operatore culturale: partendo quindi da proiezioni per poi diversificare l'offerta e connotandola in modo ben distinto da una multisala.
La linea artistica sembra piacere alla propietà ma sul lato economico non c'è ancora accordo. Il Pavone ha, infatti, potuto contare finora sull'entrata di una affitto mensile, pagato dalla Cinegatti, di oltre 4mila euro al mese.
É stato questo, insieme agli alti costi fissi (20mila euro all'anno) e al calo dello "sbigliettamento", a far tracollare i conti degli esercenti che sono passati da un'entrata di 170mila euro registrata nella stagione 2007/'08 ai 100mila di quest'anno.
Troppo pochi per continuare. Così Mirco e Mauro Gatti ora stanno traslocando nel nuovo cinematografo comunale Sant'Angelo che riaprirà per la nuova stagione il 13 settembre con una serata evento dai contenuti "a sorpresa".
Per non incorrere in analoga sorte, il progetto di Riccini Ricci punta a risparmiare sul prezzo di affitto, considerando anche la flessione nazionale registrata dal settore, e prevede come condizione necessaria la diversificazione dell'offerta.
Nives Tei tace. Almeno per ora. L'unico, invece, che cerca di muovere le acque è l'assessore regionale alla cultura Silvano Rometti che annuncia un tavolo di confronto per sensibilizzare le amministrazioni, Comune e Provincia, sulla questione "Pavone"; cerca nuove garanzie da dare agli Accademici e azzarda la possibilità di un contributo, pescando dalla legge 17, indirizzato a progetti culturali che riguardino il teatro.
E per dare il buon esempio, Rometti fa presente che sono già stati stanziati 200mila euro dal Puc (Piano urbano complesso) per i lavori di copertura del tetto del teatro.
Se l'assessore Rometti si muove, i suoi colleghi Tarantini (Comune) e Donatella Porzi (Provincia) sono ancora fermi.
O meglio, si dichiarano per ora attenti a ricostruire il contesto prima di parlare o prendere decisioni.
Per il Comune, poi, la questione è molto delicata: del resto si tratta di continuare a giustificare 50mila euro dati all'Accademia (2008) a titolo di affitto spazi.
Ma c'è chi obietta: sembra piuttosto un contributo all'attività di privati e, in un bilancio 2009 che ne stanzia complessivamente 50mila per tutti gli operatori culturali, potrebbe far discutere.
Cosa resta alla città? Un teatro storico chiuso, o aperto a singhiozzi. E un'altra sala cinematografica del centro storico dismessa. Eppure una soluzione c'è: l'Accademia decide trattare, rinuncia ad alcuni privilegi e abbassa un affitto ormai da teatro Sistina.
Corriere dell'Umbria Venerdì 28 Agosto 2009
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