La fonte è palazzo dei Priori: l'ente non rientra fra le partecipate, anche se il presidente e i consiglieri d'amministrazione sono di nomina diretta del sindaco (nominati il 6 agosto del 2008 da Renato Locchi con scadenza il 5 agosto 2013 il presidente Angelo Frascarelli e i membri Luca Federici, Giuliano Polenzani, Andrea Alunni, Livio Giannini). Ed è questo il punto. I consiglieri del Pdl Massimo Perari e Giorgio Corrado (quest'ultimo già estensore di un'istanza relativa alla permuta di un terreno legato all'affaire Ikea, come scritto a più riprese in queste pagine) hanno chiesto l'accesso atti con la 241 per conoscere nel dettaglio i conti. E sono pronte le interpellanze. É la mole di alienazioni negli ultimi mesi a destare l'attenzione.
Si parte con i lotti messi in vendita (con il metodo dell'estinzione della candela vergine) nel comune di Deruta.
Il primo da 900 metri quadri e base d'asta da 20mila euro: 300 classificati in zona residenziale e 600 come verde.
Il secondo di 1.022 metri quadri (25mila euro) che ricade in zona industriale.
Il terzo è un fabbricato urbano con corte da 4.000 metri quadri a Torgiano (185mila euro).
Lo scorso 22 settembre sono stati venduti altri sei lotti con asta pubblica.
Primo lotto: 26.610 mq per 93.135 euro di base d'asta.
Secondo lotto: 17.150 mq per 85.295 euro.
Terzo lotto: 11.520 mq per 51.840 euro.
Lotto 4: mq 17.630 per 61.705 euro.
Lotto 5: 154.120 mq per 250.000 euro.
Lotto 6: 18.800 mq per 65.800 euro.
Ci sono poi i "mitici" vigneti di Montefalco, le cui buste verranno aperte il 30 settembre prossimo. Si tratta di 315.064 ettari di vigneti (per lo più a sagrantino) per un valore catastale di 371.409 ettari. La base d'asta in questo caso è di 2.300.000 euro.
Sempre a giugno sono stati venduti la trinciaforaggi di marca (Jhon Deere) da 95mila euro e altri macchinari tra cui presse e rimorchi da circa 7 mila euro. In tutto come entrata minima si tratta di 3milioni 239mila 775 euro. Senonché secondo alcuni esponenti del Comune una tale mole di vendite patrimoniali sarebbe in contrasto con alcuni articoli dello statuto dell'ente. L'articolo 3 per cui
"l'ente si propone di mantenere e valorizzare il patrimonio storico artistico e culturale che ha ereditato dalle Ipab."Fa pendant il comma 2 dell'articolo 4:
"Il patrimonio può essere incrementato con acquisti, lasciti, donazioni, contributi e con altri atti di liberalità di persone fisiche e di persone giuridiche pubbliche o private."L'articolo 12 dello statuto, alla voce amministrazione e contabilità, è chiaro.
"Il consiglio - è scritto - deve orientare tutte le sue scelte in modo tale che vengano garantite nella più ampia misura possibile la trasparenza, l'efficienza, l'economicità e la semplificazione delle sue azioni."In particolare è necessario
"sancire l'obbligo della tenuta di una contabilità analitica per centri di costo e responsabilità che consenta analisi comparative dei costi, dei rendimenti e dei risultati."E ancora:
"sancire l'obbligo di rendere pubblici, annualmente, i risultati delle proprie analisi dei costi, dei rendimenti e dei risultati per centri di costo e responsabilità."Ma soprattutto
"rendere obbligatoria la formazione dei piani annuali e pluriennali di valorizzazione del patrimonio immobiliare anche attraverso eventuali dismissioni e conferimenti."Dismissione non vuol dire vendita, Recitano i buoni manuali di economia che esaurita la loro funzione produttiva i macchinari, gli impianti e altri vengono dismessi ed estromessi dal processo produttivo. E l'eliminazione del bene strumentale può attuarsi senza e con cessione. Si tratta di un patrimonio ingente, considerate le tante opere riunite sotto l'unico ente. Orfanotrofio Maschile di S. Anna e Casa dei Cappuccinelli, Conservatori Femminili Riuniti, istituzione nella quale erano state raggruppate le seguenti Ipab: Conservatorio delle derelitte, Conservatorio Benincasa, Conservatorio Graziani, Conservatorio della Carità, Conservatorio degli Sciri
Alessandro Antonini
Corriere dell'Umbria Domenica 27 Settembre 2009
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