"No, guardi, nessuna polemica. L'atrio era impresentabile, non disponiamo di addetti alle pulizie e nemmeno di soldi per pagarli, gli studenti stavano arrivando: abbiamo pulito. La facoltà è casa nostra, ci siamo regolati di conseguenza."é una fase di grande difficoltà per l'ateneo, riferisce il professore, ordinario di diritto processuale civile:
"Siamo preoccupati ma solidali. Del resto difficoltà e ristrettezze toccano tutti, nessuno escluso, qui in ateneo. Ma a me preme sottolineare un'altra questione. Politica, istituzioni, società civile devono fare la loro parte per sostenere l'Università e non lasciarla sola: non c'è futuro uccidendola. E nemmeno salvezza individuale."L'opinione pubblica è molto ostile nei confronti del mondo universitario in generale, ravvisa il professore.
"Ma al di là di qualche mela marcia - puntualizza - la stragrande maggioranza di chi lavora, fa il suo dovere e anche di più. Colpire nel mucchio è un errore."Previsioni cupe Il futuro si prospetta ancor più nero, prevede il preside. Non si escludono ulteriori tagli al fondo ordinario che fa marciare la macchina accademica, e il merito calcolato su regole cambiate in corsa, e mai fissate in modo chiaro, non c'entra nulla. Giurisprudenza come affronta il nuovo anno? Concorsi bloccati, accesso negato ai giovani, fondi tagliati, incertezza. Quadro molto cupo. Cosa fare allora? L'ateneo perugino dovrà pur reagire. Cosa si dice nei consessi accademici deputati?
"Spetta al rettore, non a me parlare a nome di tutti", risponde Mauro Bove. Un fatto è certo: il preside vuole ringraziare la sua facoltà. I tanti che lavorano in silenzio, i giovani che non vogliono perdere speranza e restano, chi senza essere tenuto a turno pulisce l'entrata. "Altro che fannulloni"
Donatella Murtas
Corriere dell'Umbria Venerdì 25 Settembre 2009
Nessun commento:
Posta un commento