"Un'opera capace di regalare il buonumore a chiunque la guardi."I parrocchiani, pertanto, l'aspettano con batticuore. Prima di riprendere la strada di Castiglion Fosco, la Madonna col bambino marciante dovrà aspettare ancora un po'. La statua, infatti, uscita dalla sala Podiani, è stata subito portata al museo del Capitolo della Cattedrale per essere messa in mostra fin da domani nell'evento espositivo curato dal professor Corrado Fratini dell'Università di Perugia, dal titolo
"All'ombra di Sant'Ercolano. Sculture lignee tra Medioevo e Rinascimento nella Diocesi di Perugia."La mostra, allestita nella sala del Dottorato, rimarrà aperta fino all'8 dicembre. Perciò, la comunità di Castiglion Fosco in Piegaro già pensa a un possibile rientro a casa proprio per la festività dedicata alla Madonna, l'8 dicembre, giorno conclusivo dell'esposizione. Facendo però appello al buonsenso, don Fiorini puntualizza:
"Abbiamo aspettatato tanto e, se non fosse proprio possibile riuscire a riavere la statua in quella data, si può fissare il grande rientro per il primo gennaio 2010, giorno dedicato alla Santa Vergine Maria della Chiesa."Intanto già c'è chi passa in rassegna le imperfezioni che i secoli hanno lasciato sull'opera tanto da ipotizzare un prossimo restauro. Sull'eventuale cifre di un lavoro di recupero del bene artistitico esprime un parere "a occhio" la soprintendente Garibaldi:
"Potrebbero essere necessari dai 15 ai 20mila euro, ma prima di confermare la cifra bisognerebbe fare un attento esame delle condizioni generali."E magari pensare a uno sponsor che si prenda a cuore la mirabile Madonna. Tra le varie imperfezioni che mostra oggi la statua ce n'è una che vale la pena segnalare. É la macchia di colore in fondo al manto. Punto determinante nella fase di ritrovamento. L'opera è, infatti, stata rintracciata a Gardone Riviera, nella villa di una ricca signora tedesca che aveva acquistato la Madonna in un mercatino per la sua collezione. Da qui la contesa con la diocesi umbra che, grazie a Laura Teza, aveva bene individuato l'opera trafugata.
A sciogliere i dubbi è arrivata la foto di una catalogazione fatta dal soprintendente Santi nel 1974: inappellabile, il documento mostra alcuni inconfondibili dettagli della statua ricercata, assolutamente corrispondenti all'opera esposta a Gardone Riviera. Quella macchia di colore sul manto è stata, dunque, la prova che ha riportato la statua a casa
Sabrina Busiri Vici
Corriere dell'Umbria Mercoledì 7 Ottobre 2009
Corriere dell'Umbria Mercoledì 7 Ottobre 2009
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