Brevi i tempi di realizzazione: pochi mesi per la conclusione della prima parte, un anno e mezzo per l'intero progetto. I costi, sostenuti da finanziamenti privati, ammontano a 30 milioni di euro circa, di cui 10 milioni circa per l'attuazione della prima fase. L'obiettivo è la diffusione di una nuova cultura dell'energia alternativa, della salvaguardia dell'ambiente e della valorizzazione dell'agricoltura. a illustrare il progetto è stato ieri il rettore Francesco Bistoni che ha parlato di un'iniziativa "innovativa" e "concreta" che vede la sinergia di più soggetti: oltre alla Fondazione agraria, anche il Consorzio imprese Fondazione ateneo di Perugia e Comune di Marsciano.
Il progetto, unico nel suo genere in Umbria, si pone all'avanguardia - è stato sottolineato - nel panorama nazionale per caratteristiche tecniche e per estensione. La centrale, infatti, consente la produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica attraverso moduli esposti sulla copertura opportunamente strutturata in falda unica. La serra fotovoltaica sarà larga 8,15 metri e caratterizzata da una falda unica esposta a Sud costituita da moduli fotovoltaici di copertura. Ogni modulo sarà in grado di sviluppare un valore medio di 210w e ogni campata della serra potrà sviluppare circa 3,8 Kw.
L'intero lotto conterrà serre per una superficie a terra di circa 14.100 metri. Il professor Bistoni ha sottolineato
"la distanza fra teoria e pratica nell'ambito dell'energia alternativa"e ha fatto quindi riferimento alla sperimentazione di
"nuove tecniche, come l'evoluzione della cella al silicio."Il sindaco di Marsciano, Alfio Todini ha fatto riferimento all'innovazione garantita dalle modalità progettuali della serra fotovoltaica che prevedono non il tradizionale impianto a terra, ma, appunto, su serre.
"In questo modo - ha commentato - non viene sottratta superficie utile all'attività agricola."Il progetto è per il primo cittadino
"una risposta alla crisi economica in atto"e"una utile leva per il nostro territorio e per l'intera regione."Lo spirito del progetto è, infatti, quello di andare oltre la specifica applicazione e di coinvolgere le altre aziende limitrofe all'insediamento della centrale. Particolarmente soddisfatto della scelta si è detto il professor Bruno Romano, vice presidente della Fondazione agraria che ha confermato la presa di contatti con le imprese interessate all'utilizzo di questa struttura.
"L'auspicio - ha aggiunto - è trovare sinergie a livello regionale."Sempre a Marsciano la Fondazione sta portando avanti altre iniziative per la produzione di energia alternativa da biomassa e biodiese
Gaia Nicchi
Corriere dell'Umbria Martedì 22 Dicembre 2009
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