"Sicuramente quel brutto fenomeno, almeno in questo inizio di anno, sembra essere stato cancellato - assicura Stefania Sebastiani della lega Antivivisezione italiana di Terni, che gestisce il canile di Monte Argento, dove sono ospitati 430 cani - Il numero più alto di abbandoni lo abbiamo registrato a maggio (8 casi), ma nei primi quattro mesi avevamo avuto solo 2 episodi... Insomma qualcosa sta cambiando e speriamo che il trend continui così..."Si trovano ancora cani senza microchip e tatuaggi, di cui non è possibile individuare il padrone. Ma in genere si tratta di animali ben curati, ben nutriti, che probabilmente sono scappati e non hanno ritrovato la strada per tornare a casa.
"Il vero problema - assicura la professoressa Paola Matrigali Tintori dell'Enpa di Perugia che gestisce il canile di Collestrada (con più di 430 cani e 300 gatti) - non è quello dei randagi che in Umbria, per fortuna non ci sono, ma quello dei ‘cani vaganti', di animali cioè che per la mentalità sbagliata dei padroni, non vengono microchippati e non vengono tenuti come si dovrebbe..."Il problema più grave, per la professoressa Matrigali Tintori, è un altro: quello dell'abbandono dei cuccioli.
"Una volta per la verità i cuccioli - spiega - venivano sbattuti contro il muro o li si affogava, per liberarsi di un impegno, di un problema. Ora il fenomeno è diverso: non si uccidono, ma si lasciano in uno scatolone accanto ai cassonetti o addirittura a pochi passi da un canile, in maniera che possano essere ritrovati. Bisognerà inventarsi qualcosa per risolvere anche queste problematiche che aggravano i costi di gestione dei canili..."
Corriere dell'Umbria Domenica 1° Agosto 2010
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