L'estate è finalmente arrivata con temperature "tropicali" in tutto lo stivale. Per far fronte all'afa si beve sempre di più e Aqua Italia (Associazione delle aziende costruttrici e produttrici di impianti per il trattamento delle acque primarie) federata ad Anima-Confindustria, ha commissionato all'Istituto indipendente C.R.A., un interessante studio incentrato sulla propensione a bere acqua potabile del rubinetto trattata e non in Umbria, Sardegna, Marche e Toscana.
Il risultato è alquanto interessante: il 68,8 per cento degli intervistati dichiara di bere acqua potabile del rubinetto trattata e non. Il 38,4 per cento dichiara di berla sempre o quasi sempre, mentre il 35,4 per cento dichiara di berla saltuariamente, per cui si può affermare che complessivamente quasi tre quarti degli italiani residenti in queste zone gustano l'acqua in brocca.
Il principale motivo per cui si preferisce l'acqua del rubinetto è il gusto (27,7%) seguito dalla comodità (21,2%).
La propensione aumenta quando si parla di ristoranti o alberghi dove il 72,5 per cento degli intervistati dichiara di bere o di voler bere acqua potabile trattata. Inoltre, il 47,8 per cento degli intervistati dichiara di conoscere i Chioschi dell'Acqua e il 65 per cento sostiene che la usa o userebbe volentieri.
Quest'ultimi sono l'evoluzione in chiave moderna delle antiche fontanelle che erogano acqua potabile affinata, refrigerata o gassata nei principali comuni italiani.
Un cambio di rotta, quindi, nel pensiero degli italiani residenti in queste regioni grazie ai quali si sta formando una nuova e moderna cultura dell'acqua che porterà gli italiani ad un uso consapevole delle risorse idriche locali.
Sul consumo dell'acqua si era pronunciato nei giorni scorsi l'assessore regionale alle Risorse Idriche Silvano Rometti, invitando le famiglie umbre ad evitare "inutili sprechi" nell'uso dell'acqua a fini domestici. L'assessore era intervenuto in seguito all'allarme lanciato da Legambiente sul rischio che le risorse idriche del territorio rimanessero a secco anzitempo. Un rischio sventato grazie alle abbondanti piogge degli ultimi che hanno spazzato via dall'Umbria l'anticiclone africano e restituito vigore al sistema idrico regionale
Corriere dell'Umbria Martedì 3 Agosto 2010
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