"le verifiche - scrive il dirigente, ingegner Alberto Brusca - hanno evidenziato un'attività di fornitura di servizi di comunicazione elettronica a uso pubblico da parte del Comune di Perugia, in violazione di quanto previsto dall'articolo 16 comma 1 del decreto legislativo 259\2003. Tale violazione sarà oggetto di contestazione da parte di questo ufficio."Il riferimento dell'articolo di legge è al codice delle comunicazioni elettroniche:
"Lo Stato - c'è scritto - le Regioni e gli enti locali o loro associazioni non possono fornire reti o servizi di comunicazioni elettronica accessibili al pubblico se non attraverso società controllate o collegate."La missiva del Ministero è arrivata negli uffici del consigliere comunale del Pdl Massimo Monni, artefice a suo tempo di un esposto. Adesso Monni annuncia anche un atto di verifica indirizzato alla Corte dei conti:
"Da tenere conto - spiega Monni - sono anche le spese sostenute dal Comune per l'allestimento della manifestazione che si è svolta in data 5 giugno scorso e le spese affrontate per la propaganda e per il lancia dell'evento non conforme alla legge che sono pari a 8.831 euro."L'obiettivo dell'ente era l'organizzazione dell'evento "wifi-day" che a sua volta è consistito nell'apertura di punti di accesso gratuiti alla rete internet prima in piazza del Melo e a seguire in piazza Matteotti e al Pincetto. I cosiddetti "hot spots" sono stati presi e installati - come si evince dalla delibera - direttamente dall'unità operativa servizi tecnologici del Comune. Per la precisione nel mirino è finita la delibera della giunta comunale numero 208 del 20 giugno scorso.
"Il Comune di Perugia - attacca Monni in un comunicato stampa - che dovrebbe essere il primo a dare il buon esempio alla cittadinanza con un atteggiamento che rispetti in pieno le regole e leggi, è invece il primo ad imporre l'arroganza del potere dettando legge a suo favore senza la minima attenzione alle normative vigenti. Chiedo che l'amministrazione comunale prenda con forza una chiara posizione e un deciso provvedimento, o perlomeno vada a chiarire di chi è la responsabilità del danno eraria e del danno d'immagine della città"
Alessandro Antonini
Corriere dell'Umbria Mercoledì 20 Ottobre 2010
Corriere dell'Umbria Mercoledì 20 Ottobre 2010
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