Fondata dal francese David Belle oltre a essere uno sport, il parkour è considerato uno stile di vita: ogni appiglio o ostacolo viene considerato come un punto d'appoggio da superare in maniera fluida ed efficiente. La principale rappresentanza di parkour in Umbria, è il "Cup"(Comunità umbra parkour) fondato da un gruppo di "traceurs", termine coniato per definire chi pratica questo sport, che organizzano costantemente eventi, allenamenti ed incontri a Perugia e Terni. Il Cup premette che le esercitazioni sono rivolte a tutti, senza distinzione di preparazione atletica, cultura, razza ed età (www.parkourumbria.it). A raccontare il parkour in Umbria è Juxhin Radhima, fondatore del "Cup" e organizzatore degli allenamenti nella palestra del Liceo Scientifico Alessi di Perugia. Da quanti anni pratichi il parkour?
"Da quattro anni e mezzo. La ginnastica è sempre stata la mia passione, capriole, salti mortali e verticali mi affascinavano, ma, anche da ragazzino, non ho mai messo in pratica queste mosse senza la giusta sicurezza e tanto allenamento."Come hai scoperto il pk?
"Un giorno ho visto un video su youtube, del "Dvinsk clan", un gruppo di traceurs russi che praticavano il parkour lungo le strade di Mosca e mi è piaciuto molto. E l'ho seguito."Come hai imparato?
"Sono di Bevagna e nella mia città non esisteva nessuno che lo praticasse. Cercando su internet, ho trovato un sito, www.parkour.it, il forum ufficiale dei traceurs italiani e mi sono informato su chi, nella mia regione, praticasse il pk. Ho contattato Massimo Baffoni, di Città della Pieve, che, come me, voleva iniziare. Ci siamo incontrati e abbiamo deciso di allenarci insieme, seguendo le metodologie di allenamento inglesi, americane e francesi su internet. Abbiamo partecipato a vari incontri di parkour nel paese: il più importante è stato il quarto Raduno nazionale di parkour"Quali sono i percorsi che organizzi nel territorio umbro?
"Sfruttiamo l'ambiente urbano ma ci impegniamo a rispettare la legge ed evitiamo di violare le proprietà private, per questo sfruttiamo gli spazi pubblici dove in occasioni speciali, organizziamo percorsi. Ci siamo allenati in piazzale Europa ed alla stazione di Fontivegge a perugia. Quando il posto è sporco, lo puliamo e cerchiamo sempre di non rovinare le strutture perché teniamo molto al rispetto dell'ambiente ed alla nostra reputazione."Quante sono qui le comunità di parkour?
"Per il momento c'è solo il Cup, l'organizzazione che abbiamo fondato Massimo e io. La comunità è in continua espansione ed abbiamo sede a Perugia e a Terni. Organizziamo spesso incontri nella regione e li ufficializziamo nel nostro sito. Abbiamo collaborato con il comune di Acquapendente, il cui sindaco ci ha invitati ad insegnare ai ragazzi del paese l'arte del parkour."Lo raccomanderesti?
"Certo. A differenza di tante altre discipline il parkour attiva tutti i muscoli e movimenti dell'essere umano che egli ha in sé per natura ma oggi non si sviluppano a causa della vita sedentaria. Voglio pure chiarire che il parkour non è saltare da un tetto all'altro, fare piroette o arrampicarsi su muri, ma è s muoversi e dare libero sfogo alla propria mente e al corpo. Questo sport aiuta anche a superare le proprie paure. Lo scopo è di far comprendere a chi lo pratica che, con il giusto metodo, la conoscenza di sé e un allenamento serio e graduale è possibile superare qualsiasi ostacolo, sia dal punto di vista sportivo che dal punto di vista personale."
Xenia Durante
Corriere dell'Umbria Venerdì 8 Ottobre 2010
Corriere dell'Umbria Venerdì 8 Ottobre 2010
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