giovedì 13 dicembre 2012

Le Città etrusche insieme per l’UNESCO?

Un convegno, molto qualificato e ampiamente partecipato, per riflettere sul "Futuro delle città etrusche e dei loro territori."Oltre ai primi cittadini (Wladimiro Boccali e Claudio Ricci) del tandem Perugia-Assisi, sono ospiti i sindaci o i loro delegati dei comuni di Arezzo, Castiglione della Pescaia, Cerveteri, Chiusi, Cortona, Fiesole, Formello, Grosseto, Montalto di Castro, Orvieto, Piombino, Pisa, Roma, Tarquinia, Volterra. Oltre agli studiosi Mario Torelli, Giovannangelo Camporeale, Paola Falini, al direttore Mibac Francesco Scoppola, ai soprintendenti per i beni archeologici Alfonsina Russo (Etruria meridionale), Andrea Pessina (Toscana) e Mario Pagano (Umbria), ai politici Giovanni Tarantini, assessore comunale ai Beni artistici e culturali, Nilo Arcudi vicesindaco di Perugia, Catiuscia Marini presidente della Regione Umbria, a Bruno Bracalente, presidente della neonata fondazione Perugia Assisi. U iniziativa si ricollega alla richiesta del riconoscimento, avanzato all'Unesco, di patrimonio dell'umanità. E stavolta si fa sul serio, nel senso che si va ben oltre la "santificazione" della sola cinta muraria etrusca di Perugia, ma si sono messe in campo forze come la Dodecapoli e più. Insomma: non solo Perugia, ma anche altre 15 città dell'Etruria debbono entrare in una dimensione sinergica.
"Si mettono insieme due obiettivi entrambi importanti" precisa, prima della relazione ufficiale, su storia e ruolo della città, il professor Mario Torelli. "Si tratta della salvaguardia di una grande eredità e della tutela dei monumenti che di queste città, sono espressione e incarnazione. Analogamente a quanto è successo alla perla siciliana di Noto e al territorio circostante", chiarisce. "Cultura, paesaggio e territorio come motore principale del nostro modello di sviluppo", esordisce Boccali. Che, unificando l'obiettivo Unesco con quello di capitale della cultura 2019, aggiunge: "è l'avvio di un percorso importante che sappia andare ben oltre la difesa del campanile. Sarà l'intera. Umbria ad essere identificata come capitale della cultura."
Poi l'idea forte:
"Intendiamo mettere in campo le città dei vivi, non solo le necropoli. Auspichiamo la creazione di una diversa rete funzionale tra i parchi archeologici estesi di un circuito culturale etrusco. E la dodecapoli che va riconosciuta come bene nel suo insieme. Anche al fine di creare flussi turistici più ampi e durevoli."
E qui il sindaco non può fare a meno di citare l'opera meritoria dell'associazione perugina Radici di pietra, e del suo fondatore e presidente Michele Bilancia (che è stranamente assente: colpo basso o qualcuno si è dimenticato di invitarlo?). Certo che il concetto di polis, spiega Torelli, è alla base della civiltà occidentale. E la Perugia del passato e del presente - sottolinea Boccali ha le carte in regola per divenire capofila delle città etrusche nel loro insieme.
Corriere dell'Umbria Giovedì 13 Dicembre 2012

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