Un altro frutto artistico della terra umbra, nel senso che dal suo paesaggio e dai suoi umori il protagonista ha tratto più che una stereotipata ispirazione. E Giorgio Maddoli, pittore di vaglia, insegnante amato, grande organizzatore di 18 Biennali d'arte sacra: tutto questo fino al 1978, in poco più di 60 anni di vita. Pittore di paesaggi spesso muti di figure, che invece compaiono eclatanti in altre tele, al tempo stesso fine disegnatore di scorci e architetture dai pochi tratti interrotti, efficacissimi.
Le figlie Chiara e Cristina lo ripropongono con amore alla Galleria Artemisia con un gruppo di opere, alcune inedite. É il familiare di Maddoli: un insieme di ritratti intensi di moglie, figlie e nonne che ci restituiscono un'atmosfera intima di letizia corroborata dalla passione artistica. Ritratti di qualità che si confrontano con paesaggi scapigliati dagli azzardi cromatici rossi fra i piani scanditi dall'abile pittore. Il familiare è anche nelle belle parole che Mimmo Coletti ha fatto dire a Chiara nel folder con riproduzioni mobili di opere: brandelli di vita entro le mura domestiche, mura sovente permeabili alle invasioni delle Biennali d'arte sacra, alle visite di personaggi come Ungaretti o Dottori che alleviava la malattia dell'amico standogli accanto per ore.
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