"Contiamo di poter essere operativi nella primavera del 2014 - dice l'architetto Luciano Zeetti che ne è l'ideatore - ."La sede è nella nuova San Marco, in locali adiacenti alla vecchia ciminiera delle fornaci Galletti. Una superficie di 300 metri quadri in cui - per ora - i materiali sono semplicemente depositati. Verrebbe da dire "ammassati", dato che si tratta di oltre 3 mila pezzi da collezione, divisi per tipologia. Lo spazio è suggestivo e verrà ad arricchire una zona che i perugini d'oggi identificano sbrigativamente col Pam e con la corona di negozi spuntati come funghi. Meno male che la vicina rotatoria, recentemente intestata a Walter Binni, ci dice chi siamo e da dove veniamo. Ma qui sono depositati secoli di storia di vita e di lavoro. La stessa ciminiera segna un elemento di continuità cui fa da pendant il nuovo museo, vero anello di collegamento tra la cultura di oggi con gli stili di vita di ieri e dell'altroieri. San Marco è storicamente cresciuta intorno alla fornace e il museo sarà il significativo tassello di una precisa identità. La ciminiera non è un semplice monumento, ma un simbolo. E l'uomo ha bisogno di simboli sui quali riconoscersi, per non interrompere il filo rosso che lega le generazioni. Al centro delle raccolte, la società, certamente, ma la scuola soprattutto.
"Dal maestro Manzi ai vecchi sillabari - dice Zeetti ma niente elettronica. I bambini verranno ad apprendere stili di vita e modalità di lavoro. Gli oggetti costituiscono un autentico serbatoio di conoscenze."
"Avremo un allestimento mobile - precisa - su grandi tavoli intorno ai quali le scolaresche potranno vedere, toccare, giocare. Col bel tempo i bambini avranno modo di approfittare anche degli spazi esterni per i giochi di strada."
Insomma: non un museo congelato, ma uno spazio dinamico, di esperienza e di scambio. L'idea dell'operatività venne a Zeetti quando un bambino, in visita a una mostra, si lamentò: "Va bè, ma quando giochiamo?". Grande lezione di concretezza, che mette in crisi le chiacchiere degli adulti. Saranno in mostra materiali, vecchi banchi sui quali si potrà scrivere col pennino, lavagne di ardesia per disegnare: una didattica attiva, che incrocia storia ed esperienza.
Ci sarà anche uno spazio laboratoriale per gli origami, gestito da una signora coreana di nome Jin, perugina d'adozione, molto attiva con le scuole. Poi l'angolo teatrale, per i giochi delle ombre e la lanterna magica.
Il tutto collegato al territorio e alla storia nelle sue molteplici valenze. Il museo sarà comunale, con la gestione affidata all'associazione Museo del gioco e del giocattolo. Progetto e funzionamento saranno regolati da una convenzione. Ci sarà lavoro per un paio di giovani adeguatamente formati. Zeetti è in stretto rapporto di collaborazione con l'assessore Cernicchi che vede proiettata l'attività del museo anche nella dimensione europea. I lavori da completare prevedono l'impiantistica (elettrica e termoidraulica) per un importo ipotizzabile tra i 20 e i 30 mila euro di spesa. Niente più.
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