Via dell'Acquedotto - già via degli Archi e dei Condotti - marca visita. Tra erbacce spontanee e pezzi cadenti questa antica strada, transitata dagli studenti che vanno e vengono dall'università e da quanti la considerano un collegamento pedonale importante per l'Elce, denota uno stato di degrado che mal si adatta alla sua bellezza e alla sua importanza.
Situazioni che purtroppo si riscontrano anche in altre strade del centro storico ma che qui saltano con ancora maggiore evidenza agli occhi.
La stretta viuzza, fiancheggiata da due parapetti in solida pietra, corre sopra le arcate che portava acqua da Monte Pacciano alla Fontana Maggiore.
Fu poi utilizzata, e lo è tuttora, anche come accesso ai piani superiori degli edifici che vi si affacciano.
La vista che si gode da questo punto sopraelevato è suggestiva, meno piacevole è lo spettacolo che si presenta ai lati dei parapetti.
Sembra infatti di trovarsi in aperta campagna, tanto alta è l'erba cresciuta ai margini e che trasmette un senso di incuria nei confronti di uno dei punti più belli della città.
La ripulitura di poche decine di metri, mediante un frullino a filo, non dovrebbe richiedere, qui come altrove, chissà quale sforzo.
Una cosa è chiara: al di là dell'impatto visivo, decisamente antiestetico, le radici della gramigna che s'insinuano tra le lastre del rivestimento producono un'azione di scollamento.
Quando giungerà la stagione invernale, l'acqua andrà a riempire questi spazi e la dilatazione termica, conseguente alla formazione del ghiaccio, favorirà il distacco della pavimentazione.
Non riguarda invece l'estetica, ma investe piuttosto il versante della sicurezza, la situazione che si riscontra nella sottostante via Appia.
Nel suo tratto basso, a destra della scalinata, si è creata infatti oramai da tempo una condizione di pericolo.
Il penultimo arcone perde infatti pezzi. Per la precisione cadono dalla volta frammenti lapidei e fittili. Finora il Comune aveva fatto posizionare in questo tratto delle transenne mobili in metallo, che però venivano facilmente e continuamente spostate dalle persone che transitavano verso via del Cardellino.
Dato che lo stillicidio di materiali continua, i tecnici dell'amministrazione civica hanno pensato bene di dissuadere i cittadini dal passare sotto le storiche volte.
Sono state così realizzate delle barriere stabili. Si tratta di un sistema di tavole, saldamente ancorate a dei supporti in tondino di ferro, a loro volta fissati sulla sede stradale.
Le tavole sono anche inchiodate sulla parte muraria sana e solidalmente legate tra di loro. In attesa di un intervento di consolidamento e recupero che restituisca agli arconi la loro primitiva bellezza.
Sandro Allegrini
dal Corriere dell'Umbria Domenica 21 Settembre 2008
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