Sull'impasto di cemento e amianto hanno attecchito muschi e licheni: in molti punti la lastra si sfalda.
Ci sarebbero certificazioni che attestano lo stato di salubrità dell'area, anche se il materiale appare "friabile".
Si tratta dell'area che chiude l'ingresso della quattrocorsie nel punto in cui si innesta in via Dottori, guardando al nuovo ospedale di Perugia, direzione parcheggio Settimio Gambuli alle spalle dei nuovi padiglioni.
É ancora in piedi un ricorso al Tar da parte della proprietà. Senonché negli ultimi giorni si sta verificando una transazione e i nuovi titolari dell'area potrebbero in tempi brevi dare il là all'esproprio.
A rivolgersi al tribunale amministrativo regionale erano stati inizialmente alcuni residenti dell'area intorno all'ospedale, che con la costruzione del maxi parcheggio si sono visti sommersi dalle automobili.
Per la realizzazione della bretella di collegamento tra via Dottori e via Settevalli si è verificata un'acquisizione di circa il 40 per cento del terreno del complesso in questione.
Sono andate avanti per mesi le trattative tra i privati e i tecnici del polo unico per scongiurare il procedimento di ricorso, ma senza esito.
Gran parte del terreno che è stato sottratto ai privati (previo indennizzo) è servito per dare vita al polo direzionale e didattico, che coadiuva l'attività del nuovo Santa Maria della Misericordia.
La querelle ha congelato eventuali lavori di ripristino, e il problema dell'eternit è sorto senza che nessuno vi abbia posto rimedio.
Dopo circa 20 anni di esposizione all'aria aperta, infatti, il disfacimento di questo materiale diventa rapido, esponenziale e senza possibilità di recupero.
Se infatti l'eternit ancora in buono stato può essere rivestito o incapsulato (con una vernice speciale, ndr), quello della fattispecie è da rimozione e smaltimento in apposita discarica speciale (tramite certificate ditte specializzate, ndr).
Dopo le decine e decine di segnalazioni da parte del nostro giornale, con l'individuazione di due discariche abusive di eternit, anche la Gesenu ha avviato una capillare campagna di informazione e monitoraggio proprio per mettere in guardia sui rischi presenti.
"Come ormai tristemente noto - scrive la Gesenu - pur trattandosi di una fibra naturale l'amianto è considerato una sostanza cancerogena in quanto, date le sue piccolissime dimensioni, risulta facilmente volatile ed inalabile.L'effetto di anche una sola fibra di amianto nei polmoni è il mesotelioma pleurico, un terribile tumore ad altissimo tasso di mortalità
Dette fibre si liberano nell'aria soprattutto quando lo stato di conservazione dei manufatti risulti essere fatiscente, oppure quando movimentandoli, venissero sfregati o addirittura frantumati.
Lo scorretto trattamento di questo materiale eseguito da personale non competente comporta svariati pericoli: per la salute delle persone sia nel momento della rimozione che del trasporto, per l'ambiente in tutte le operazioni (rimozione, trasporto e abbandono) causati dalle fibre di amianto che volatizzandosi possono venire aspirate da cittadini o degli automobilisti i cui pneumatici impregnati di questo materiale lo portano in giro rimettendolo in circolo."
Alessandro Antonini
dal Corriere dell'Umbria Domenica 30 Novembre 2008
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