Quattro torri alte 43 metri (dodici piani di altezza), una piastra a piano terra che fungerà da raccordo e che sarà dedicata ad attività commerciali, una grande area verde: il tutto curato dallo studio "Signorini e associati".
Il più grande intervento, nel territorio del Comune di Perugia, dopo Monteluce. Quattro ettari di terra, cioè 38mila metri quadrati di superficie utile complessiva che, dopo la costruzione delle strade interne, si ridurranno a 21 mila, di cui il 60% residenziali e il 40% direzionale-produttivo.
Il fiore all'occhiello del progetto è il parco pubblico di 11mila metri quadrati, accanto al quale è stato progettato anche un parcheggio per 390 posti.
Per molti anni il progetto è rimasto bloccato. L'allora sindaco Mario Silla Baglioni ed il vicesindaco Renato Locchi agli operai choccati dal terribile incendio, all'epoca di proprietà Bsn Danone, che mormoravano: "Vogliamo vedé se adesso cambierete il piano regolatore…", replicarono che "Mai e poi mai" avrebbero fatto una cosa del genere. Nel 1999-2000, dopo che il Gruppo Colussi inglobò la Bsn Danone (e con questa l'Agnesi, la Ponte e i suoi terreni), scoppiò una sorta di lotta tra Imperia e Perugia per ospitare il centro direzionale Colussi.
L'imprenditore che guida la grande azienda umbra spiegò che avrebbe portato il cervello dell'azienda là dove il progetto fosse arrivato prima al varo.
Il Comune di Perugia, dopo una serie di contatti, ha dato il via libera al progetto che, per certi versi, restituisce il Tevere ai ponteggiani.
E al tempo stesso non attesta la fine industriale della popolosa frazione visto che sulle polveri della Ponte (che fu la prima azienda italiana di serie a a sponsorizzare una squadra di calcio, sotto la regìa dell'allora presidente dell'Ac Perugia, Franco D'Attoma), sorgerà il cuore pulsante di un'altra dinastia industriale umbra, la Colussi appunto (dopo la famiglia Mignini).
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Elio Clero Bertoldi
Corriere dell'Umbria Venerdì 29 Maggio 2009
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