La ragioniera Pasqua, che davanti alla magistratura fiorentina (competente per legittima suspicione, in quanto la Fondazione era guidata, quale presidente, da un magistrato perugino), ha patteggiato nella primavera scorsa una pena a tre anni di reclusione per i reati di peculato, truffa e falso, avrebbe causato con il suo comportamento, censurato anche penalmente, un danno erariale per via della natura pubblica delle contribuzioni statali che regolarmente la fondazione riceve per i suoi compiti e le sue funzioni. La procura regionale della corte dei conti, quando era esploso lo scandalo, aveva affidato un accertamento molto approfondito al nucleo di polizia giudiziaria della guardia di finanza, sezione accertamento danni erariali. I finanzieri avevano ricostruito tutta la vicenda mettendo in luce le acquisizioni di cambiali, assegni circolari, somme in contanti, le falsificazioni di fidejussioni, le false firme sui documenti, attribuiti alla ragioniera.
É emerso, in particolare, che le operazioni contestate alla ragioniera sarebbero state eseguite nei confronti di 24 soggetti (di cui 7 completamente sconosciuti alla Fondazione), molti dei quali clienti della "Center data elaboration", di cui la Pasqua era socia. A far scattare l'inchiesta sulla Pasqua erano state due denunce, presentate nell'estate del 2007, alla procura della repubblica di Perugia: la prima di un ambulante, la seconda di un imprenditore di imballaggi che si erano resi conto che qualcosa non andava nei loro rapporti con la Fucu. I finanzieri hanno messo in luce una serie di prestiti concessi a fronte di documenti falsificati redatti dalla ragioniera; di lettere fidejussiorie false (con firme e protocolli taroccati); di attività illecita di recupero crediti. Il tutto in danno della Fondazione che è una Onlus fondata nell'anno 1996 per volontà di una serie di enti rappresentativi delle istituzioni e realtà maggiormente significative del territorio con lo scopo di soccorrere e prestare assistenza finanziaria, legale e morale alle vittime del fenomeno sociale dell'usura, che si siano rivolte all'autorità giudiziarua per porre in essere ogni iniziatiuva idonea per la prevenzione del fenomeno, concorrendo a promuovere la cultura della legalità e prestando idonee garanzie per agevolare l'accesso al credito. La Fondazione, per il conseguimento dei suoi fini, utilizza fondi messi a disposizione dallo Stato. Ora la Pasqua dovrà comparire davanti ai giudici della sezione giurisdizionale dell'Umbria della corte dei conti che deciderà in ordine alla richiesta della procura regionale
Elio Clero Bertoldi
Corriere dell'Umbria Mercoledì 30 Dicembre 2009
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