"é un momento davvero triste, adesso speriamo di riuscire a ripartire tutti insieme ancora qui a Perugia."E via verso casa. Pochi istanti e arriva Alessandro Zoppetti. Il difensore che quest'anno per il Grifo ci ha lasciato un ginocchio e un setto nasale rimane fuori dal cancello. Non può più entrare. Schiuma rabbia.
"Non me l'aspettavo che finisse in questo modo. Speravo che qualcuno riuscisse a trovare una soluzione. É una tristezza unica. Fallire due volte in cinque anni è una comica. Una autentica barzelletta. La città non lo merita. L'unica speranza - continua Zoppetti - è il fallimento in corsa."Quindi l'affondo:
"Ho preso uno stipendio e mezzo e mi trovo rovinato da una persona del genere. Perché non abbiamo messo in mora la società prima? Per il semplice fatto che abbiamo sempre aspettato le scadenze visto che ci sono, tutelando di fatto noi e la società. Se a gennaio avessimo fatto un passo del genere noi ci saremmo svincolati entro quaranta giorni e il Perugia si sarebbe dovuto salvare sul campo con la Berretti... Oltre al comunicato non potevamo fare di più."Rimane la macchia delle tante sconfitte nel finale di stagione:
"Noi ci abbiamo provato a fare partite migliori, ma troppe cose ci hanno penalizzato. La situazione era davvero devastante e una volta in campo, al primo errore la testa saltava...."Zoppetti non si capacita di come un presidente di calcio faccia saltare tutto per aria proprio nella sua città. Ma ormai il dado è tratto, il Perugia Calcio non esiste più. Basta guardare nello spiazzo antistante la sede. Il curatore fallimentare Francesco Patumi coordina l'inventario e dentro il recinto del Curi non può entrare nessuno senza il suo permesso. Piano piano i vari tesserati vengono mandati via. Dino De Megni lascia lo stadio con la sua auto alle 13,30, il cancello si apre e lui sgomma e scappa via a gran velocità, giusto il tempo di ricevere qualche insulto dai circa trenta tifosi che si trovano fuori dalla struttura. Covarelli invece viene portato via dalla Digos dentro una Punto grigia venti minuti più tardi.
La sua auto rimane in sede e ne prende possesso il curatore dopo averla passata al setaccio alla ricerca di chissà cosa. Stravolto, Covarelli, poco prima ha stretto in un lungo abbraccio il custode e una segretaria. Uno dopo l'altro tutti i dirigenti e collaboratori del Perugia lasciano il Curi. Nel pomeriggio il curatore Patumi lascia anche lui lo stadio con la macchina di Covarelli, mentre fuori un furgoncino dell'Enel aspetta l'ok per staccare luce e gas. Stessa scena del 9 agosto 2005. Poco meno di cinque anni il Grifo è di nuovo nella polvere
Nicola Uras
Corriere dell'Umbria Sabato 22 Maggio 2010
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