"segmento estremo della produzione del Vannucci."
"Si vede chiaramente che le opere, negli anni, sono state manomesse, forse proprio per nasconderne la provenienza. Normalmente vengono deformate ad arte per occultare le origini"precisa Francesco Mancini
"Non hanno chiavistello , né cerniere nè l'aggancio dei cardini. Forse erano attaccate a dei supporti lignei. Oppure, anche questa è una possibilità, erano incastrate in una pala d'altare. Comunque, e questa è una realtà, non si è mai saputo più nulla del tabernacolo del Polittico di Sant'Agostino."Dopo una lunga fase di studio, supportata da indagini diagnostiche del Centro SmaArt e Cnr-Istm del dipartimento di Chimica dell'Università di Perugia, è stato deciso di esporre le tavolette nella Cappella dei Priori della Galleria da domani al 12 settembre 2010 in modo tale da poter essere ammirate per la prima volta non solo dal grande pubblico ma anche dai critici e dagli studiosi d'arte che avranno la possibilità di visionarle ed eventualmente confermare la tesi di Mancini e Garibaldi sulla sua provenienza e attribuzione.
"Dubbi ce ne sono pochi perché l'attribuzione viene confermata anche da una precisa analisi comparativa. Le mani della Santa Martire sono le mani dell'Apostolo e della Maddalena sul recto e sul verso della Pala di Monteripido, sono identiche a quelle della Madonna della Cucina e dell'Angelo annunziante del Polittico di Sant'Agostino. Oltre alle mani sono simili anche le gambe, i piedi, gli sbuffi delle maniche, le pieghe delle vesti e i dettagli, primo tra tutti il fiocco della cintura dell'Angelo."La scelta della Cappella dei Priori come sede espositiva delle opere è legata alla decisione della direzione della Galleria di ricostruirvi sull'altare la pala dei Decemviri dipinta dal Perugino intorno al 1495, requisita nel 1797 dai francesi e portata a Parigi. A Perugia rimasero la cornice, la cimasa e una copia della tavola principale dipinta da Domenico Garbi. Con il crollo dell'impero napoleonico il dipinto è tornato in Italia ma purtroppo venne destinato alle sale del Museo Vaticano. La pala originale è stata eccezionalmente ricomposta per la mostra del 2004 ma una volta conclusa tutto è tornato come prima. Nella Cappella si entrerà dall'ingresso principale in modo da apprezzare al massimo la suggestione della ricostruzione e l'accostamento delle quattro tavolette. Alla realizzazione di questa straordinaria esposizione dei quattro inediti hanno concorso, oltre al collezionista privato che ne è il proprietario, la Fondazione Arte, l'Università, la Soprintendenza, la Italcostruzioni e la società Tecnohand di Todi che si è fatta carico della progettazionee delle strutture espositive
Anna Lia Sabelli Fioretti
Corriere dell'Umbria Venerdì 2 Luglio 2010
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